Valle d'Aosta

Giorno memoria: Anpi attacca Lega, interrogazione offensiva

Vinzio, mi auguro sia solo per superficialità

Redazione Ansa

"E' oltremodo offensivo presentare questa interrogazione proprio oggi, nel Giorno della memoria che con i suoi valori dovrebbe essere al primo posto. Mi auguro sia solo per superficialità, non voglio neanche pensare ci siano altri motivi". Lo ha detto al Tgr della Valle d'Aosta Nedo Vinzio, presidente dell'Anpi Valle d'Aosta, commentando un'interrogazione presentata dalla Lega Vda riguardo alla decisione della Regione di costituirsi parte civile nel processo a carico di un valdostano che aveva installato un'aquila nazista sul cancello di casa.
    "Sull'opportunità di costituirsi parte civile - aggiunge Vinzio - ritengo tra l'altro che la Regione ne abbia tutto l'interesse, visto il sacrificio di vite e lo spirito civile che le è valso anche la Medaglia d'Oro per la Resistenza".

In aula 'scontro' tra Lavevaz e Sammaritani - E’ “una vicenda che conferma, con straordinaria coincidenza con la celebrazione della Giornata della Memoria, come sia compito quotidiano delle Istituzioni e di tutti i cittadini ricordare gli orrori del ventesimo secolo e ciò tanto più che la Valle d’Aosta è stata insignita nel 1971 della medaglia d’oro al valor militare per attività partigiana”. Lo ha detto il presidente della Regione, Erik Lavevaz, rispondendo a un’interrogazione delle Lega Vallée d’Aoste sulla costituzione di parte civile della Regione nel processo per propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa che vede imputato Fabrizio Fournier, di 56 anni, di Saint-Vincent (su due cancelli di accesso alla propria casa affacciati su una strada pubblica, secondo la procura di Aosta, aveva fatto installare un'aquila nazista e dei triangoli usati sulle divise degli internati).
Per Lavevaz le condotte contestate ledono "oltre all’ordine pubblico e il diritto costituzionale all’eguaglianza, anche i valori antinazisti e antifascisti che permeano la storia, la cultura e la collettività valdostana, tutelati dalla Regione in quanto ente esponenziale della comunità locale, anch’essa colpita a suo tempo dalle deportazioni naziste. Sono valori fatti oggetto di specifica tutela anche penale, e fanno parte della storia e della cultura della collettività, a prescindere da ogni colore politico e dall’orientamento politico di ogni governo, nazionale o regionale che sia”.
Secondo il consigliere regionale Paolo Sammaritani (Lega) il tema è "un campo minato, ma è la giunta che ci si è voluta inoltrare, perché non dovrebbe fare politica in questo modo". Inoltre "quando non c'è lesione diretta dei diritti del soggetto pubblico, sarebbe bene che questi diritti siano tutelati da altri enti esponenziali, ma non da un organo politico di rappresentanza, perché qui il diritto tutelato è la personalità dello Stato. La giunta a mio avviso avrebbe dovuto astenersi dal costituirsi parte civile in questo tipo di processo: non è il suo compito. Non è stato opportuno nemmeno sprecare le energie dell'avvocatura regionale per una fattispecie che tratta il reato di opinione, altro tema estremamente delicato”.
 
   

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