Valle d'Aosta

Covid: allarme Confcommercio Vda, crisi di liquidità

Questionario a 350 aziende, "serve massiccio aiuto pubblico"

Redazione Ansa

(ANSA) - AOSTA, 08 GEN - Le aziende valdostane lamentano una carenza di liquidità "che equivale all'impossibilità di pagare fornitori ed acquisti, creando un circolo vizioso pericoloso il cui sbocco significa la messa in liquidazione o la chiusura di centinaia di aziende e ridurre sul lastrico migliaia di famiglie". E' l'allarme lanciato da Confcommercio-Fipe Valle d'Aosta nelle parole del suo direttore, Adriano Valeri.
    Da un questionario a cui hanno aderito 350 aziende valdostane (di cui il 38% delle ditte individuali, il 17% delle società di capitali ed il 45% delle società di persone, delle quali il 61% non intercetta la domanda turistica) emerge, tra l'altro, che "il 38% degli intervistati - spiega Valeri - lamenta di aver registrato un mancato fatturato superiore al 50%, un altro 38% ha perso tra il 30% ed il 50%, il 17% tra il 20 ed il 30%.
    Inoltre il 76% ha già fatto ricorso al credito bancario. Ciò significa che tutte le aziende non sono in grado di ripartire se non c'è un massiccio intervento finanziario della Regione o dello Stato. Dobbiamo ricordare ed aver presente che la perdita di fatturato significa carenza di liquidità". La perdita di fatturato è data dall'83% dalla riduzione delle vendite, il 5% dalla mancanza di fiere e manifestazioni commerciali o congressuali, il 12% dalle cancellazioni degli ordini.
    Per far fronte alla crisi di liquidità il 55% degli aderenti al questionario ha detto di avere la necessità di finanziamenti variabili dai 25.000 ai 100.000 euro, il 16% avrebbe bisogno dai 100.000 a 500.000 € per proseguire l'attività; il 4% oltre 500.000 euro. Solo il 15% ha detto di aver una necessità inferiore a 25.000 euro.
    In merito all'impatto della "situazione di emergenza" sulla gestione dei dipendenti "solo il 23% ha detto di ipotizzare la possibilità di licenziare, mentre il 30% pensa ad una riduzione dell'orario di lavoro; il 35% ha fatto o farà ricorso alla cassa integrazione guadagni ed il 12% ipotizza soluzioni diverse", fa sapere Confcommercio. (ANSA).
   

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