Valle d'Aosta

Ndrangheta: gup Torino, ad Aosta locale con diverse ‘ndrine'

"Già da anni '70", depositate motivazioni sentenza Geenna

Redazione Ansa

L'inchiesta di Dda di Torino e carabinieri del Gruppo Aosta e del Ros - scrive il gup di Alessandra Danieli nelle 849 pagine della sentenza del processo Geenna - "consente di ritenere acquisita la prova in ordine alla esistenza nel territorio della Valle d'Aosta", quantomeno a partire dal 2014, "di una associazione mafiosa denominata locale di Aosta, articolazione territoriale della associazione di stampo mafioso denominata 'ndrangheta', dalla quale ha mutuato rituali, ruoli, e modelli organizzativi, al cui interno sono inseriti soggetti appartenenti a diversi 'ndrine (in particolare a quella dei Nirta, provenienti da San Luca), nonché in ordine all'appartenenza a tale sodalizio mafioso dei soggetti" imputati per questo reato.
    Secondo il giudice di primo grado, infatti, ricorrono "i presupposti per la configurabilità del delitto di associazione di tipo mafioso alla luce dei principi" elaborati dalla Corte di Cassazione "in materia di articolazioni territoriali del sodalizio mafioso costituite fuori dal territorio di origine".
    Se fino agli anni 2000 la presunta locale aostana faceva riferimento al "Mandamento Tirrenico" (comuni di San Giorgio Morgeto, Rosarno, Cittanova con le rispettive locali) l'avvio dell'indagine Geenna ha portato alla luce la presenza dei fratelli Giuseppe e Bruno Nirta, originari di San Luca, parte del "Mandamento Ionico". E' emerso, scrive il gup, uno "stretto legame tra Marco Fabrizio Di Donato (originario di San Luca e cugino di Bruno Nirta) e" il ristoratore "Antonio Raso (originario di San Giorgio Morgeto)", considerati ai vertici della locale aostana.
    Nella sentenza il giudice conferma inoltre l'impianto accusatorio relativo alle passate inchieste mai sfociate in processi: "Le risultanze delle attività investigative svolte tra la fine degli anni '90 e l'inizio degli anni 2000, ed in particolare quelle confluite nella indagine denominata 'Lenzuolo', rilette" anche alla luce del processo Minotauro "consentono di ritenere che, all'epoca, in Valle d'Aosta, fosse presente ed operativo un vero e proprio locale, la cui costituzione risaliva, verosimilmente, alla fine degli anni '70". 
   

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