Valle d'Aosta

Regione: nel Pcp spunta nodo Bertin per presidenza Consiglio

Slitta di 24 ore chiusura accordo

Redazione Ansa

Slitta di 24 ore la chiusura dell'accordo definitivo per una nuova maggioranza regionale con il Progetto civico progressista alle prese con il 'nodo' Bertin.
    Primo eletto della lista, figura simbolo della battaglia per la legalità e la lotta contro la 'ndrangheta, Alberto Bertin ha già dato la "disponibilità" per la presidenza del Consiglio, in una logica di equilibrio istituzionale rispetto al fronte autonomista, cui spetta la presidenza della Regione. Ma alcune componenti del Pcp (Rete civica e Area democratica, in particolare) hanno avanzato nelle ultime ore la proposta di una presenza più marcata nell'esecutivo (con tre assessorati anziché due), lasciando anche la seconda carica istituzionale regionale agli autonomisti che potrebbero riempire la casella con Luciano Caveri, che per curriculum e profilo istituzionale ne sarebbe il candidato naturale.
    Dalla soluzione di questa impasse, su cui i progressisti si stanno confrontando, dipende la composizione del mosaico e la definizione degli incarichi di governo. Per i due assessorati dell'Union Valdotaine sono in lizza Davide Sapinet, Giulio Grosjacques, ma anche Renzo Testolin e Roberto Barmasse, nel caso in cui al Mouvement spetti la sanità. Alliance valdotaine-Stella Alpina saranno rappresentate da Luigi Bertschy e Carlo Marzi, mentre Vda Unie potrebbe giocare la carta Caveri non solo per la presidenza del Consiglio, ma anche nell'ipotesi di un posto in Giunta. Oppure mandare avanti la matricola Corrado Jordan. Diversi i candidati progressisti accreditati a far parte dell'esecutivo: oltre a Bertin, Chiara Minelli, espressione di Rete civica, Jean Pierre Guichardaz (Pd) e Erika Guichardaz rappresentante dell'Area democratica-Gauche Autonomiste. 

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