Valle d'Aosta

Scuola: Cgil e Cisl Vda sostengono protesta precari

In vista della mobilitazione del 2 settembre

Redazione Ansa

Cgil e Cisl sostengono e condividono le proteste dei precari della scuola in Valle d'Aosta in vista della mobilitazione nazionale del 2 settembre. "Sulla ripartenza dell'anno scolastico - scrive la Cgil in una nota - molte sono le lacune e gli elementi di criticità presenti nelle scelte del ministero dell'istruzione e dell'assessorato Istruzione e cultura della Valle d'Aosta: avevamo richiesto organici adeguati, stabilizzazione del personale, risorse, garanzie sul distanziamento e formazione del personale. Le risposte complessivamente sono state parziali e tardive, ma su un punto sono state palesemente inadeguate: la scelta di rinviare il concorso straordinario, di complicare inutilmente questa procedura e di consegnare il nuovo anno scolastico a un nuovo record di supplenze, mentre in piena pandemia sarebbero serviti provvedimenti tempestivi per semplificare e velocizzare concorsi e assunzioni per completarli entro settembre". "Numerosi docenti, che lavorano da anni, non saranno assunti a tempo indeterminato - si legge ancora - e molte cattedre rimarranno scoperte (in Valle d'Aosta restano complessivamente 282 cattedre ancora da assegnare, contro le 153 dell'anno scolastico 2019-2020, ovvero il 46% in più) e andranno ai medesimi precari, ma sotto forma di contratti a termine".
    "I precari - aggiunge la Cisl - rivendicano sia una scuola più sicura e di qualità, sia la stabilizzazione dopo anni di insegnamento nelle aule di tanti istituti scolastici.
    Soprattutto ora, alla partenza di un nuovo anno scolastico, che richiederà grandi sforzi collettivi ed energie, sarebbe importante poter disporre sin dal primo settembre del personale insegnante. Ricordiamo che, invece, per la Valle d'Aosta rimangono ancora da assegnare ben 271 cattedre". "Chiediamo nuovamente dei concorsi per soli titoli - conclude la Cisl - che possano stabilizzare coloro che a scuola prestano servizio da più anni e che, per le loro condizioni di precarietà, non possono garantire la continuità sullo stesso gruppo classe o almeno nella stessa scuola. Il riconoscimento dell'esperienza del lavoro maturato sul campo, ossia nelle aule scolastiche, è un tema centrale e va affrontato in un'ottica di sistema". 
   

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