Valle d'Aosta

'Ndrangheta: ristoratore, io minacciato? Saputo dai giornali

Secondo Dda affidò lavori dopo che Di Donato paventò incendio

Redazione Ansa

"Ho appreso delle minacce nei miei confronti leggendo i giornali". Lo ha detto durante il processo Geenna su una presunta locale di 'ndrangheta ad Aosta Sandro Anastasio, ristoratore aostano. Secondo carabinieri e Dda di Torino aveva scelto nel 2016 a chi affidare i lavori di ristrutturazione del suo ristorante dopo le minacce ricevute da Marco Di Donato ("gli ho detto Sandrino sai cosa c'è? Se vengo a sapere che ti fai fare no il lavoro, il preventivo a Lanzo...come lo finisci il locale te lo svampo (brucio ndr)".
    Quindi "dalle risposte si capisce che lei dichiara che non ha mai ricevuto minacce", ha affermato il pm Stefano Castellani.

L'architetto che ha seguito i lavori per Anastasio ha detto in aula: "Ho preso atto della scelta del cliente. Io non avevo mai lavorato con Giuseppe Platì, ero preoccupato fino a un certo punto. Nell'ambiente avevo chiesto informazioni e mi era stato riferito che era una persona corretta. Devo dire che ha fatto un ottimo lavoro" e in seguito ha preso anche un altro "lavoro a Fénis". Oltre a quello dell'artigiano per cui, secondo la Dda, si era speso Marco Di Donato, c'era un altro preventivo. "Quello di Platì inizialmente era più caro, ma poi forse si è allineato. Sandro gli ha fatto vedere i preventivi che aveva in mano...". Su richiesta del pm Castellani, l'architetto ha precisato che "gli operai che lavoravano nel cantiere erano tutti calabresi".

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