Valle d'Aosta

Fase 2: Adava, alberghi pronti ad aprire già a giugno

Questionario agli associati: 430 strutture vogliono ripartire

Redazione Ansa

   La maggioranza delle imprese ricettive valdostane vuole riaprire il prima possibile. E' quanto emerge dalle risposte a un questionario, proposto agli iscritti dall'Associazione degli albergatori della Valle d'Aosta. Sulle 780 imprese associate hanno riposto in 460, di cui 430 hanno confermato la volontà di riaprire. Quanto alla data della ripartenza, 188 vorrebbero provare ad aprire già nelle prime due settimane di giugno, 137 hanno invece indicato la seconda metà del mese e il restante a partire dal primo luglio.
    "Nonostante la situazione di totale incertezza nella quale ancora viviamo,- commenta il presidente dell'Adava, Filippo Gerard - questa risposta è un chiaro segnale della volontà, del coraggio e della determinazione con cui gli imprenditori della ricettività stanno affrontando questo difficile momento".
    Aderiscono all'associazione oltre alle strutture alberghiere propriamente dette, anche il mondo dell'extralberghiero, dell'open air e delle attività agrituristiche (affittacamere, chambre d'hotes, campeggi, villaggi turistici, bed&breakfast, case e appartamenti per vacanze, case per ferie, ostelli, dortoir, rifugi alpini e agriturismi). 

Adava critica stop Foire, bisogna dare un segnale - "Noi riapriremo le nostre aziende mettendo in conto che sarà tutto molto più complesso, l'ente pubblico deve cominciare a ragionare su come proporre in modo diverso alcune manifestazioni e non semplicemente annullarle. Un esempio su tutti è la Foire d'été, tradizionale manifestazione estiva che si svolge all'aperto nelle vie del capoluogo cittadino nel mese di agosto, annullata con 3 mesi di anticipo". Così il presidente dell'Associazione degli albergatori valdostani (Adava), Filippo Gerard, critica la decisione della Regione di rinviare al 2021 l'appuntamento clou estivo. "Se vogliamo sopravvivere dobbiamo dare un segnale, - aggiunge Gerard - dobbiamo imparare a convivere con questo problema, mettendo in atto tutte le misure possibili per limitare il contagio da Covid-19, ma cercando di ritrovare una sorta di normalità. Ad oggi abbiamo assistito soltanto a messaggi di chiusura, di annullamento di manifestazioni, mentre in altri territori italiani e non si ragiona su aperture con modalità differenti". 
   

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