Valle d'Aosta

Turismo: Demoskopika, per 1,2% valdostani vacanza in regione

Ricerca Demoskopika, Vda minore percentuale tra regioni

Redazione Ansa

(ANSA) - AOSTA, 23 APR - La Valle d'Aosta vanta in Italia la minore percentuale di residenti che trascorrono le vacanze entro i confini della regione: solo l'1,27 per cento. Una ricerca di Demoskopika (su dati Istat e Banca d'Italia, riferiti alla media 2017-2018) ha stimato il 'tasso di appartenenza turistica regionale' di ogni regione, nell'ottica di delineare i contorni di un "turismo nostrano" che potrebbe far "uscire gradualmente dalle secche della crisi generata dagli effetti del Covid-19".
    In questo senso, il premier Giuseppe Conte ha annunciato nella cabina di regia la campagna Viaggio in Italia, che il governo lancerà in vista della prossima estate.
    La media italiana dei turisti che trascorrono nella propria regione le vacanze è del 17,21 per cento: svettano Sicilia (40,59), Sardegna (29,06), Campania (26,63) e Lombardia (21,37).
    Il Piemonte si ferma al 18,20, il Trentino-Alto Adige al 5,94.
    Tra i residenti in Valle d'Aosta la spesa turistica di chi trascorre le vacanze entro i confini della regione è di 2 milioni 117 mila euro, contro i 17 milioni 542 mila euro di coloro che vanno all'estero e i 26 milioni 279 mila euro di chi passa le vacanze in un'altra regione italiana. La spesa complessiva è quindi di 45 milioni 939 mila euro (quella italiana di 20 miliardi 615 milioni 157 mila euro). La "scelta nazionalista" potrebbe "compensare almeno del 30 per cento il probabile crollo dei turisti stranieri nel Belpaese che nel 2019 hanno superato quota 216 milioni di presenze", fa sapere l'istituto di ricerca.
    "Finito il lockdown formale - ha dichiarato il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio - bisognerà fare i conti con il lockdown psicologico, con la paura dei cittadini di spostarsi.
    In questa direzione, risulta necessario che ciascun sistema regionale si attivi per ripensare l'offerta turistica in totale sicurezza". Occorre poi "scongiurare che l'inevitabile competizione che scoppierà tra i sistemi turistici regionali possa generare livelli qualitativamente discriminanti alimentando offerte di serie A e di serie B". (ANSA).
   

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