Valle d'Aosta

Coronavirus: lombarda guarita in Vda,ho salvato mia famiglia

Assistente sanitario isolata dopo primi sintomi a fine febbraio

Redazione Ansa

"Sono assistente sanitario in Lombardia. Nel mio servizio c'erano stati parecchi positivi, così sono stata sottoposta al tampone, ma non è mai arrivato, perché è stato perso. A casa ho mio marito che ha diverse patologie e tre figli. Così ho preso l'auto e sono venuta qui, nella mia casa", in un comune dell'alta Valle d'Aosta, "proprio per evitare il contagio, perché ero sicura di esser positiva, perché poi stavo male. E qui sono stata praticamente da quando sono arrivata". E' la testimonianza di Carla (nome di fantasia), sessantenne risultata negativa al coronavirus dopo essere stata contagiata per settimane. L'arrivo in Valle d'Aosta alla fine dello scorso febbraio, con molte provviste in vista dell'autoisolamento.
    Una volta arrivata "ho telefonato al numero dedicato e mi hanno fatto fare un tampone. Il medico non poteva credere che quello che avevo fatto in Lombardia fosse andato perso. Dopo l'esito positivo e un isolamento con ordinanza del sindaco ho fatto altri due tamponi a distanza di 24 ore, e sono risultati negativi". In Lombardia, sottolinea, "dove lavoro io, sono morti almeno dieci medici che conoscevo".
    Tra i sintomi che ancora si trascina ci sono "la tosse e la stanchezza. Di febbre - ricorda - ne ho avuta poca, 37 gradi e mezzo. Avevo la bocca amarissima e sempre sete". A pensare ai generi di prima necessità era "il vigile, lasciava la spesa sotto casa. Non so neppure che volto abbia". Ai contagiati dice di "avere fiducia, e tenere monitorati i sintomi".
   

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