Valle d'Aosta

Coronavirus: famiglia guarita, oggi primo raggio di sole

Ricoverata per 12 giorni: 'Non è influenza, rischiato di morire'

Redazione Ansa

"Dopo un mese di 'reclusione' oggi siamo usciti in cortile e abbiamo preso il nostro primo raggio di sole". E' la felicità di una famiglia valdostana, contagiata dal coronavirus a fine febbraio, probabilmente durante un soggiorno in Liguria, e oggi dichiarata ufficialmente guarita.
    Lei, 42 anni, lui 48 e il figlio di 4 hanno trascorso quasi un mese in isolamento, nella loro casa nei dintorni di Aosta. Il secondo figlio, un bimbo di un anno, è sempre risultato negativo. Prima in quarantena precauzionale, poi, dopo l'esito del tampone, il 6 marzo, in isolamento. Una storia a lieto fine che ha avuto però momenti drammatici: le condizioni di salute della donna sono precipitate ed è stata ricoverata per 12 giorni in ospedale a causa di brutta una polmonite. "Credo di essere stata la prima malata covid ad arrivare al Parini - racconta - ho trascorso un giorno nel reparto infetti e poi hanno aperto quello isolato e mi hanno trasferita, a quel punto eravamo già in cinque: ero preoccupata per mio marito, a casa da solo con i figli, temevo per la loro salute".
    La donna, pur essendo guarita covid, si porta ancora dietro una polmonite che fatica a risolvere. "Questa non è una semplice influenza - spiega - ho rischiato di morire: non va sottovalutata, io sono stata fortunata; quello che posso dire è che bisogna seguire scrupolosamente le indicazioni per evitare di prendersela". E' d'accordo il marito: "Forse all'inizio, quando si è incominciato a parlare del coronavirus, non ci abbiamo prestato tanta attenzione, eravamo tra quelli che pensavano che questa storia fosse un po' un'esagerazione; quando ci è caduta addosso ci siamo resi conto della gravità di questa malattia; noi ne siamo usciti, ma conosciamo persone che non ce l'hanno fatta". Questa avventura lascia ricordi di paura, ma anche di grande solidarietà: "Intorno a noi si è messa in moto una rete di solidarietà, dal sindaco, ai parenti, agli amici, ai colleghi", raccontano. E dalle immagini sfuocate del drammatico ricovero in ospedale, emergono alcune belle istantanee: "I medici e gli infermieri, pur essendo stanchi e preoccupati, cercavano di farci ridere e di sollevare il morale", racconta ancora la donna. 
   

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