Valle d'Aosta

Coronavirus: dentro reparto Covid, racconto mondo a parte

Tecnico del Parini, "tutto è contaminato, minuti sembrano ore"

Redazione Ansa

"Sono 13 anni che passo in quel reparto, mi sembra di essere in un posto dove non sono mai stato. Eppure sono lì...serve per quanto impensabile un tecnico per riparare una centrale di monitoraggio". E' un 'esterno' a raccontare con un post il viaggio all'interno del reparto Covid-19 dell'ospedale Parini di Aosta. "Quando mi sono messo la tuta, inizialmente non volevo farlo, non volevo entrare in Covid. Non sono un sanitario, non ho studiato niente che riguarda la cura delle persone. Sono un perito tecnico elettronico". Una volta indossate le protezioni, "il respiro si fa pesante" e "ti vorresti grattare, sistemare la mascherina ma 'non ti toccare la faccia'. Imperativo". Nel reparto, "intorno a te tutto si muove veloce e tu ti pietrifichi lì dentro. Tutti bardati da capo a piedi con calzari, tuta, doppi guanti, copricapo, mascherina e occhiali" e "fuori da ogni stanza cartelle cliniche, fogli, procedure e secchi e spruzzini di acqua e cloro". Ora "lo strumento deve uscire dal reparto per essere riparato" ma "è contaminato come tutto quello che vedi, le penne, i telefoni, i pc, le scrivanie". Allora "vado in panico per alcuni istanti" e la caposala "torna con spruzzini e salviette e inondiamo tutto di acqua e cloro. Ora si può far uscire lo strumento dal reparto. Fuori alcuni colleghi faranno dei tentativi di farlo funzionare" da remoto. Il tecnico però deve restare dentro. Così nota un medico che prima sopra "i dpi si mette un secondo strato di ulteriori protezioni" e poi "entra in trincea. Nelle stanze dei pazienti. Dopo alcuni minuti esce.
    Viene inondato di acqua e cloro da testa a piedi. Si toglie il secondo strato, viene inondato di nuovo della soluzione". Nel frattempo "i minuti sembrano ore, riesco ad avere un contatto con i colleghi fuori. Non funziona...Dobbiamo tornare in laboratorio e fare quanto possibile per farlo funzionare". Così "mi dirigo verso l'uscita, mi spruzzo di acqua e cloro ovunque.
    Leggo le direttive, le eseguo alla lettera. Esco di lì...fradicio come se avessi fatto una doccia. Tremo, non perché ho freddo...tremo".
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it