Valle d'Aosta

Tonino Raso, io innocente e da me mangiano tutti

'Ndrangheta: operazione Geenna, confermata 'locale' in Vda

Redazione Ansa

"Non so nulla della 'ndrangheta. Sono estraneo ai reati che mi vengono contestati. Qui ci conosciamo tutti e tutti conoscono tutti. Nella mia pizzeria venivano a mangiare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine e politici di ogni colore e schieramento." E il contenuto della dichiarazione spontanea resa oggi al Palazzo di Giustizia di Torino da Antonio Raso, titolare di una pizzeria ad Aosta, fra i 6 imputati del procedimento Geenna sulla presenza in valle di una locale' 'ndranghetista. Per lui, come per il dipendente del casinò Alessandro Giachino, la difesa ha presentato un'stanza di revoca della misura cautelare. La procura si è detta di parere contrario.

Ripresa udienza preliminare - E' ripresa oggi al Palazzo di Giustizia di Torino l'udienza preliminare dell'inchiesta Geenna sulla presenza di una locale della 'Ndrangheta in Valle d'Aosta. La sessione, aggiornata al 17 gennaio, riguardava sei imputati che non hanno scelto riti alternativi. Due di loro, il dipendente del casinò Alessandro Giachino e Antonio Raso, titolare di una pizzeria, hanno reso dichiarazioni spontanee. Tra gli imputati figurano anche Monica Carcea, ex assessore al Comune di Saint-Pierre, e l'ex consigliere regionale Marco Sorbara.

Avvocato Romeo, mai stato dalla parte della mafia - "Io non sono mai stato dalla parte della mafia né l'ho mai voluta agevolare. Non ho paura a dirlo". E' il contenuto delle dichiarazioni spontanee rese dall'avvocato torinese Carlo Romeo in una delle sessioni dell'udienza preliminare, dove figura tra gli imputati, dell'inchiesta Geenna sulla presenza della 'ndrangheta in Valle d'Aosta. Nel suo intervento ha detto che "questo per me è stato un fatto devastante". Poi ha sottolineato che nella sua attività di penalista ha sempre mantenuto "rapporti splendidi" con i suoi "interlocutori istituzionali". "Durante i processi - ha detto - ho ricevuto attestati di stima da parte di pubblici ministeri che ribadivano anche nelle requisitorie la mia assoluta correttezza. Ricordo il procuratore Pacileo dire 'è sempre un piacere confrontarsi con lei' e il pm Sparagna affermare 'noi, intesi come procura, abbiamo contribuito alla giurisprudenza di questa materia grazie all'avvocato Romeo".
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it