Valle d'Aosta

Inchiesta pm Aosta, chiesti 3 anni per Longarini

Pm, condannare anche i coimputati Cuomo e Barathier

Giustizia: Aosta, l'ex pm Pasquale Longarini

Redazione Ansa

Tre anni di carcere sono stati chiesti oggi a Milano per l'ex procuratore di Aosta Pasquale Longarini, ora giudice civile al tribunale di Imperia, accusato di induzione indebita, rivelazione di segreto d'ufficio e favoreggiamento nell'ambito di una indagine per la quale era stato anche arrestato. La richiesta è stata avanzata nel corso del processo con rito abbreviato dal pm Giovanni Polizzi che al gup Guido Salvini ha proposto due anni per l'imprenditore Gerardo Cuomo e due mesi per l'imprenditore Sergio Barathier. I due rispondono solo di induzione indebita.

Il pm ha proposto la pena più alta (3 anni al netto dello sconto per il rito scelto) per Longarini ritenendo la continuazione dei reati di induzione indebita, di rivelazione di segreto d'ufficio e di favoreggiamento. Infatti il magistrato è accusato di avere aiutato Cuomo, nell'aprile 2015, "ad eludere le investigazioni condotte dalla Dda di Torino" in un "procedimento penale" in "materia di criminalità organizzata, rivelandogli" di essere sottoposto a intercettazioni telefoniche. Per questo motivo, l'imprenditore avrebbe interrotto le conversazioni con il boss Giuseppe Nirta, assassinato in Spagna nel giugno 2017.
La pena più bassa (2 mesi di reclusione) è stata invece chiesta per il titolare dell'hotel Royal di Courmayeur Sergio Barathier, in quanto, secondo le indagini, sarebbe stato indotto da Longarini, che era pubblico ufficiale e che stava trattando un procedimento penale a carico di Barathier per gravi reati fiscali (poi conclusosi con l'assoluzione, ndr) "ad effettuare - si legge nel capo di imputazione - forniture di prodotti dal Caseificio valdostano", di proprietà di Cuomo. Per quest'ultimo, anche lui considerato 'induttore' insieme al magistrato, il pm ha proposto due anni di carcere.
Nell'ambito del processo sono state acquisite - come chiesto dal pm Giovanni Polizzi - le circa 3.000 pagine dell'operazione 'Geenna' sulle infiltrazioni della 'ndrangheta in Valle d'Aosta. Ora la parola passa alle difese. Il primo a parlare è il legale di Longarini, l'avvocato Claudio Soro.

Difesa chiede assoluzione - Ha chiesto l'assoluzione da tutte le accuse perché "il fatto non sussiste" questo pomeriggio in aula l'avvocato Claudio Soro, difensore di Pasquale Longarini, l'ex procuratore di Aosta, ora giudice civile a Imperia, imputato di induzione indebita, rivelazione di segreto d'ufficio e favoreggiamento nel processo con rito abbreviato a Milano.
Oggi infatti, dopo la requisitoria del pm Giovanni Polizzi, sono cominciate le arringhe difensive che proseguiranno nella prossima udienza, fissata per il 22 marzo, quando prenderà la parola l'altro legale del magistrato, l'avvocato Anna Chiusano, e i difensori dei due co-imputati, gli imprenditori Gerardo Cuomo e Sergio Barathier (accusati solo di induzione indebita).
Stamane il pm ha chiesto di condannare a 3 anni di carcere Longarini, a 2 anni Cuomo, il tolare del Caseificio Valdostano e a 2 mesi Barathier, albergatore di Courmayeur. Nell'interrogatorio di garanzia davanti al gip di Milano Giusy Barbara, l'ex procuratore, presente oggi in aula, aveva professato la sua "totale estraneità ai fatti contestati". Ha anche detto che quello fra lui e Cuomo c'era solo un "rapporto di conoscenza e amicizia che ha coinvolto anche le famiglie".
   

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