Valle d'Aosta

Resti umani a Saumont, pm: archiviazione

Sono di un fotografo scomparso, ipotesi gesto anticonservativo

Redazione Ansa

La procura di Aosta ha chiesto l'archiviazione del fascicolo aperto a seguito del ritrovamento di ossa umane nell'area addestrativa militare di Saumont, avvenuto lo scorso 11 gennaio durante un'esercitazione degli alpini.
    I test genetici hanno appurato che i resti appartengono al fotografo aostano Giampiero Ugolin, classe 1947, pensionato delle Poste, che era irreperibile dall'autunno 2014. La morte risalirebbe proprio a quel periodo. In base all'esame medico legale svolto, non sono emersi segni di lesioni sulle ossa. Il gesto anticonservativo è una delle ipotesi più probabili secondo gli inquirenti. In base alle testimonianze raccolte, Ugolin era privo di ombre ma era un uomo disilluso.
    Tra gli oggetti trovati vicino ai resti, una bottiglia di whiskey e una pistola tascabile (tipo Derringer, calibro 6 mm), registrata a nome del fotografo e che risulta non aver sparato.
    Le indagini dei carabinieri del nucleo investigativo sono state coordinate dai pm Luca Ceccanti e Carlo Introvigne.

Pochi giorni dopo il ritrovamento dei resti, un amico aveva descritto Giampiero Ugolin all'ANSA come "solitario e riservato". "Era l'ottobre del 2014, passeggiavamo in centro. Era un po' giù di morale e io sapevo che in tasca aveva un biglietto aperto per l'India. Così gli dissi: 'Dai che tra un po' parti!'. 'Non ho più l'età per l'India', mi rispose. Poi non ebbi più sue notizie. Ad alcuni conoscenti aveva annunciato 'Da un giorno all'altro prendo l'aereo', ma secondo me non è si è mai allontanato da Aosta", aveva raccontato. Ugolin era stato dipendente Olivetti e poi assunto dalle Poste. "Si era licenziato per fare il fotografo. Collaborava con De Agostini e con l'agenzia fotografica Icp di Milano": reportage, paesaggi, ma anche 'still life'. Nikonista da sempre, "scattava con la sua macchina analogica. Ma nel 2013 gli fu chiesto di passare al digitale. Lui non ne volle sapere. Amava la pellicola, solo in un secondo momento elaborava le immagini al computer, un Mac da 21 pollici che aveva acquistato da poco. Così, senza stimoli, era un po' depresso. E negli ultimi tempi aveva abbandonato la fotografia", aveva spiegato l'amico. I suoi ultimi grandi viaggi fotografici erano stati in Pakistan e Birmania. Ugolin lascia una sorella. Nessuno aveva mai denunciato la sua scomparsa alle autorità.
   

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