Valle d'Aosta

Carcere, procura apre fascicolo su acque

Indagine per condotte colpose contro salute pubblica

Redazione Ansa

La procura di Aosta ha aperto un fascicolo contro ignoti sulla mancanza di acqua potabile nella casa circondariale di Brissogne. Il fascicolo è iscritto per condotte colpose che riguardano l'avvelenamento delle acque, quindi contro la salute pubblica. E' stato il magistrato di sorveglianza di Novara ad inviare in procura una segnalazione relativa alla condizione igienico-sanitaria del carcere.
    Il problema riguarda il sistema di potabilizzazione delle acque: da un paio di mesi ha dei malfunzionamenti e così vengono distribuite bottiglie di minerale (due litri a testa al giorno) ai circa 200 detenuti e alla polizia penitenziaria. Il fascicolo è affidato al pm Eugenia Menichetti, sotto l'egida del procuratore capo Paolo Fortuna.

Nella propria segnalazione, inviata anche all'Amministrazione penitenziaria e al provveditorato, il magistrato di sorveglianza di Novara riferisce dell'inutilizzabilità dell'acqua nelle condutture. L'indagine è in una fase iniziale: la procura di Aosta valuterà come procedere dopo aver acquisito le analisi svolte sull'acqua. In dettaglio, il fascicolo è stato iscritto per il combinato disposto dato dagli articoli del codice penale 452 (delitti colposi contro la salute pubblica) e 439 (avvelenamento di acque) oltre all'articolo 40 (condotte omissive). Il carcere ha un proprio sistema di approvvigionamento, non collegato al momento all'acquedotto comunale di Brissogne. "Gli ultimi esami fatti, tra giovedì e venerdì della settimana scorsa, hanno dato dei valori prossimi allo zero. Inoltre abbiamo attivato le procedure per l'allaccio alla rete idrica comunale", aveva detto lunedì 22 all'ANSA il provveditore del Nord-Ovest, Liberato Guerriero, sottolineando che ad oggi "non abbiamo avuto alcuna segnalazione di intossicazione".
   

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