Valle d'Aosta

Bcc, Perron condannato a 3 anni

Cossard e Linty un anno

Redazione Ansa


L'assessore Ego Perron ha formalizzato in serata nel corso di una riunione di Giunta le proprie dimissioni dopo la condanna per induzione indebita a dare o promettere utilità nel processo riguardante la Bcc Valdostana. "Il rispetto per le istituzioni si manifesta con atti concreti - ha detto - dopo la condanna non ho esitato un solo minuto a rimettere il mandato, continuerò a lavorare per la riuscita del progetto politico per cui ho lavorato fino ad ora con convinzione". Il presidente della Regione Viérin ha rinnovato il ringraziamento all'assessore Perron "per il senso di responsabilità dimostrato" in questo frangente.

Il gup del tribunale di Aosta Davide Paladino ha condannato a 3 anni di reclusione l'assessore regionale al Bilancio Ego Perron al termine del processo di primo grado per induzione indebita a dare o promettere utilità.
    L'ex presidente della Bcc valdostana Martino Cossard e Marco Linty, attuale presidente dell'istituto bancario, a un anno. Il pm Luca Ceccanti, che ha coordinato l'inchiesta dei carabinieri, aveva chiesto 3 anni per Perron e un anno e 4 mesi per gli altri due imputati.
    L'ipotesi di reato riguarda il trasferimento - mai andato in porto - della filiale di Fenis dell'istituto di credito da una sede di proprietà a una in affitto, l'ex bar-ristorante Lo Bistrot, di proprietà dell'assessore. Per l'accusa Perron, con l'obiettivo di ottenere un contratto di locazione per l'immobile, si prodigò per far rieleggere Linty nel Cda della banca, la cui assemblea dei soci si tenne il 19 aprile 2015.

Perron, giustizia accanita su di me - "Credo che in questi anni su di me la giustizia si sia accanita, non faccio vittimismo ma credo che sia veramente esagerato". Lo ha detto ai giornalisti l'assessore al Bilancio Ego Perron, dopo la condanna a tre anni di reclusione per induzione indebita. Una sentenza "per me molto dura, che considero profondamente ingiusta", ha spiegato. "Sono sempre stato una persona onesta - ha sottolineato - ma francamente mi pare di incorrere e di aver incorso in questi anni in un eccessivo accanimento giudiziario". Per cui "valuteremo il da farsi, certo è che opererò per far valere fino alla fine le mie ragioni".

"In quei locali la banca non è mai entrata, quindi ritengo di aver agito sempre nel rispetto della legge e non violando mai le mie funzioni da assessore. Però la sentenza è diversa, dovremo conoscere a fondo le motivazioni". Inoltre "ricordo che le intercettazioni, o gran parte di queste, erano state stralciate, quindi inutilizzabili. Quindi la sentenza maggiormente mi coglie impreparato e mi sorprende". Però, ha aggiunto l'assessore, "la giustizia fa il suo corso e di questo bisogna tener conto. Ripeto sono profondamente amareggiato perché sono stati per me anche tre anni di travaglio mediatico che si concludono in un certo modo che non mi aspettavo. Di questo molto serenamente prenderò atto". 

 


   

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