(ANSA) - AOSTA, 19 DIC - Un salita alla vetta rallentata
prima dal maltempo e poi, proprio nella fase di attacco, dalle
operazioni di soccorso a due connazionali caduti sul ghiacciaio:
c'è anche questo nella scalata del Cerro Torre (3.128 mt, in
Patagonia) compiuta da Marco Farina, Marco Majori e Francois
Cazzanelli della Sezione militare di alta montagna. La vetta è
stata raggiunta il 14 dicembre in 80 ore di salita. La
difficoltà maggiore? "I funghi strapiombanti di neve, nelle Alpi
non ci sono", ha detto Cazzanelli.
L'impresa è stata descritta oggi durante una conferenza
stampa convocata al Castello generale Cantore. I tre erano
arrivati in Patagonia il 4 novembre scorso. Dopo alcune
settimane trascorse nel paese di El Chalten in attesa di una
finestra di bel tempo, grazie a una schiarita decidono di
inoltrarsi nella valle del Torre per tentare l'ultimo attacco
alla vetta. Nella notte tra il 12 e il 13 dicembre "abbiamo
sentito le grida di due alpinisti. Ci siamo mossi e abbiamo
collaborato ai soccorsi, portandoli in tenda e dando l'allarme
con il satellitare", ha detto Majori. Verso le 12 del giorno 13
il gruppo ha raggiunto il Colle della Speranza e all'una del 14
dicembre è iniziato l'attacco alla vetta. Il rientro è stato
caratterizzato dal maltempo.
"Un gruppo di francesi ci ha aiutato a fare squadra", ha
spiegato Farina. La "fortuna" inoltre "è stata di avere davanti
a noi cordate di americani e norvegesi", ha puntualizzato
Majori. (ANSA).
Alpinismo: l'impresa dei militari italiani sul Cerro Torre
'Abbiamo salvato due connazionali infortunati'