Umbria

Arbore, Umbria jazz eccellenza Italia

"In giro mondo riconosciuto e rispettato come presidente"

Redazione Ansa

(ANSA) - PERUGIA, 18 LUG - "Umbria jazz è un'eccellenza italiana, l'abbiamo detto e ne abbiamo parlato molte volte con molti esponenti della cultura ma anche dell'industria. Andando in giro per il mondo io vengo riconosciuto come presidente del festival e rispettato come tale anche se non me lo merito": lo ha detto il presidente della Fondazione Umbria Jazz, Renzo Arbore, a margine della sua partecipazione al convegno 'Più cultura, più crescita'. Nel corso del quale è stata presentata l'indagine di Confcommercio e Impresa Cultura Italia-Confcommercio in occasione del festival.
    In merito alla ricerca, Arbore ha commentato che in Italia "il legame più cultura-più crescita è indispensabile". "Siamo il Paese del gusto e della cultura - ha sottolineato - e la nostra arma più importante è quella di sfoggiarle e di approfittarne.
    Oggi investire in cultura significa investire bene e in maniera proficua e noi lo vediamo con quello che succede a Uj, festival prezioso anche per gli investitori che ci danno una mano".
    Per Arbore ci sono due modi per "leggere" l'Italia". "Uno - ha aggiunto - è il disordine di altro tipo e l'altro l'eccellenza e la serietà con la quale la nostra cultura va avanti malgrado tutto". Ed una delle eccellenze, secondo il musicista e showman, è proprio il jazz.
    Non è mancato quindi da parte di Arbore un primo commento all'edizione in corso del festival. "Grazie ancora al direttore artistico Carlo Pagnotta - ha sottolineato - è una bellissima edizione anche questa. Ogni volta si riesce a superare quella dell'anno precedente. È piena di nomi importanti di musica moderna, di jazz contemporaneo e anche un po' con protagonisti della tradizione, come è giusto che si faccia".
    Arbore ha poi ricordato di avere seguito il festival dalla prima edizione, ricordando sempre dei "concerti eccezionali".
    "Il mio arrivo a Perugia - ha detto - fu con una 500, carica di appassionati, e ci siamo trovati davanti subito un uomo, Carlo Pagnotta, che litigava. Pensavamo di trovare un 'festivalino' e non immaginavamo certo di trovare lì i grandi nomi del jazz. Ora è diventato uno dei festival più importanti del mondo". (ANSA).
   

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