Umbria

Da Usl 1 servizio mediazione culturale

Scorso anno eseguiti 491 interventi e prese carico 171 persone

Redazione Ansa

(ANSA) - PERUGIA, 25 MAG - Sono stati 491 gli interventi di mediazione culturale portati a termine nel 2018 dal servizio di Mediazione culturale dell'Usl Umbria 1. Dati resi noti in occasione della Giornata internazionale della diversità culturale.
    L'Usl ha ricordato che il servizio "da anni" supporta in modo organico gli operatori sanitari nella gestione della relazione linguistica e culturale con gli utenti stranieri. Dei 491 interventi svolti l'anno scorso, 350 sono stati attuati presso le sedi dei servizi, 141 sono state le prestazioni telefoniche e 51 le traduzioni. In totale sono stati prese in carico 171 persone, delle quali 124 di sesso femminile e 35 richiedenti protezione internazionale.
    Gli utenti provengono da 31 paesi tra cui Cina (17%), Marocco (17%), Nigeria (11%), Albania (10%), Venezuela (9%), Romania (5%) e altre nazioni (33%).
    L'età media è di circa 38 anni.
    Gli interventi hanno interessato principalmente l'area materno-infantile, le cure palliative in Hospice e la salute mentale.
    Nel 2018, 37 donne sono state prese in carico da consultori e ospedali per essere accompagnate nel percorso nascita con l'ausilio delle mediatrici culturali. Per queste donne sono stati attivati 90 interventi di mediazione.
    Inoltre, al momento dell'ingresso dei pazienti nell'Hospice sono state attivate 39 richieste per mancata comprensione linguistica, al fine di dare una corretta informazione al malato e ai familiari e per offrire sostegno nella fase terminale della malattia.
    Per quanto riguarda il Centro Salute Mentale, sono state attivate 125 richieste da psichiatri, psicologi e assistenti sociali "per dare una corretta informazione nella fase di primo sostegno e supportare i familiari nella gestione della malattia".
    La mediazione - sottolinea la Usl - non è semplice interpretariato ma "un servizio che vuole rimuovere, insieme alle incomprensioni linguistiche, quegli ostacoli culturali che impediscono la corretta comunicazione tra stranieri e operatori sanitari, compromettendo tutto il rapporto e il percorso terapeutico". Inoltre serve a facilitare l'accesso alle strutture e ai servizi sanitari, ad orientare e fornire ascolto e sostegno nei percorsi diagnostico-assistenziali e infine a favorire percorsi di prevenzione.
    Nel 2019 è arrivato anche un importante riconoscimento per lo Staff sviluppo qualità e comunicazione. Il progetto sull'approccio multietnico-culturale nella salute mentale, realizzato in collaborazione con il Centro salute mentale del Trasimeno, ha infatti ricevuto il quarto premio per la sezione Solidarietà e servizi socio-sanitari nell'ambito del sesto premio nazionale persona e comunità, promosso dal Centro studi cultura e società per valorizzare la centralità della persona nei migliori progetti della PA e del volontariato.
    Gli operatori di mediazione culturale in ambito sanitario sono iscritti ad una banca anagrafica regionale che è consultabile al link: http://www.uslumbria1.gov.it/servizi/mediazione-culturale.
    (ANSA).
   

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