Umbria

Servizi sociosanitari e aree interne, confronto Umbria-Marche

L'incontro si è svolto a Perugia

Redazione Ansa

(ANSA) - PERUGIA, 12 APR - Nell'ambito di un percorso itinerante di approfondimento sulle aree interne, Federsanità ha organizzato anche a Perugia - insieme a Federsanità Anci Umbria e alla Scuola umbra di amministrazione pubblica - un convegno dal titolo "Lo sviluppo delle cure primarie e dell'integrazione sociosanitaria nelle aree interne: Regione Umbria e Regione Marche a confronto", che si è tenuto giovedì 11 e venerdì 12 aprile, con l'intervento di circa 60 relatori, "Abbiamo avviato questo progetto sulle aree interne, sull'accesso alle cure primarie e sullo sviluppo dell'integrazione sociosanitaria, perché rappresentano quasi il 50% dei comuni italiani. Con la nuova cornice normativa del Dm 77 c'è un riordino del sistema di assistenza territoriale e in questo contesto è fondamentale questo laboratorio nazionale per raccogliere indicatori e dati importanti da mettere insieme", ha spiegato Giovanni Iacono, vicepresidente vicario Federsanità nazionale, nel suo intervento.
    "Una popolazione che invecchia, soprattutto come quella umbra, ha bisogno di sentirsi tutelata dal punto di vista della salute quindi ben vengano questi momenti di approfondimento e di riflessione", ha detto anche Francesco Zaffini, presidente della 10/a Commissione permanente Affari sociali, Sanità, Lavoro pubblico e privato, Previdenza sociale del Senato. Zaffini ha ricordato che anche il governo sta lavorando sul versante sanitario. "Abbiamo molti provvedimenti che rispondono a questi bisogni - ha proseguito - come l'Adi (Assistenza domiciliare integrata, ndr), che prevede l'assistenza dei cittadini a domicilio seguiti però da un sistema di monitoraggio dei dati strutturato, indispensabile, ad esempio, per i malati cronici o alla presa in carico dell'invecchiamento attivo, i primi due stadi della non autosufficienza. L'Adi è stato attivato solo da poco con le risorse del Pnrr ed anche con il Pnc, il Piano nazionale per gli investimenti complementari, sono stati disposti altri 750 milioni per questo servizio".
    Guido Castelli, commissario straordinario del governo riparazione e ricostruzione sisma 2026, ha spiegato che "accanto alla fondamentale ricostruzione degli ospedali lesionati dal sisma, che stiamo realizzando, è necessario compiere anche altri interventi. In primis penso alla necessità di realizzare il completo ripristino delle farmacie danneggiate dai terremoti del 2016 e all'implementazione del servizio di supporto a distanza attraverso la telemedicina. Inoltre, grazie al Programma NextAppennino, stiamo assegnando risorse a progetti del Terzo settore".
    "Umbria e Marche - ha sottolineato Donatella Tesei, presidente della Regione Umbria - condividono caratteristiche simili come la presenza di aree interne in cui è necessario essere in grado di garantire servizi sanitari efficienti. In questo ambito, ad esempio, soluzioni come la Telemedicina e le cure domiciliari diventano elementi facilitanti e fondamentali".
    "Nelle Marche - ha detto il vice presidente della Giunta e assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini - stiamo ridisegnando la sanità attraverso una riforma epocale di riorganizzazione del Servizio sanitario regionale che punta a potenziare l'offerta erogata nelle aree interne e del cratere sismico".
    Un'analisi approfondita della situazione umbra è stata fatta da Luca Coletto, assessore alla Salute e alle Politiche Sociali della Regione Umbria, nel corso del suo intervento. "L'Umbria ha 92 Comuni e circa la metà sono aree interne - ha detto - a cui abbiamo dedicato dieci ospedali di comunità, delle Cot (Centrali operative territoriali, ndr) e delle case di comunità specifiche. Rappresentano una delle maggiori criticità della regione che ha una bassissima intensità abitativa in queste aree: parliamo di 13 abitanti a chilometro quadrato in Valnerina contro i 343 abitanti del Perugino. Si capisce bene che ci sono delle difficoltà enormi a rendere le stesse prestazioni sanitarie sia territoriali che ospedaliere in Valnerina rispetto alla zona altamente abitata come il Perugino. Si confronta con questa situazione la nuova programmazione dell'Umbria che ha bisogno che, anche a livello nazionale, si tenga conto dell'anzianità della popolazione, considerando che l'anziano consuma circa l'80% delle risorse contro il 20% dei giovani. La nostra popolazione, peraltro, dalla statistica tenderà ad aumentare come anzianità e di conseguenza la programmazione sta tenendo conto di queste situazioni con particolare attenzione alle aree interne". (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it