(ANSA) - PERUGIA, 30 GIU - Si è svolta stamani in Terza
commissione, presieduta da Eleonora Pace, l'audizione in
videoconferenza, in collegamento con "Europa Donna-Umbria", in
merito all'illustrazione della ricerca condotta da Europa Donna
Italia, Senonetwork e Altems sulla multidisciplinarietà dei
Centri di senologia della Regione Umbria. Paola Pignocchi
(Europa donna-Umbria) ha ricordato ai componenti della
Commissione le origini e le finalità delle rete di associazioni
creata dal professor Veronesi, oggi dotata di una rappresentanza
anche in Parlamento con un gruppo rappresentativo di tutti gli
schieramenti politici, allo scopo di garantire, attraverso
l'attività legislativa, l'accesso in maniera omogenea a
diagnosi, cura e assistenza per le donne con tumore al seno.
Chiesta la gestione integrata del paziente sul territorio, uno
screening mammografico che divenga capillare, l'abbassamento
dell'età per gli screening alle donne di 45 anni e
l'innalzamento fino ai 74 anni. Percorsi dedicati e gratuiti di
cura per le donne con tumore. In alcuni casi, come è emerso
dalla ricerca, mancano collegamenti tra i centri che fanno lo
screening e le Breast unit, il gruppo multidisciplinare di
specialisti finalizzato alla prevenzione, alla diagnosi e al
trattamento chirurgico e medico di patologie della mammella.
Altro capitolo quello delle liste d'attesa, che tutte le
associazioni segnalano come criticità "dovute - ha detto
Pignocchi - sia ai ritardi causati dalla pandemia che dal numero
non adeguato dei professionisti, specie per ciò che riguarda i
radiologi per senologia. Manca anche un percorso gratuito per
chi conclude il follow up dopo il tumore e non viene inserito
nelle liste dello screening mammografico. In generale serve un
efficientamento della rete dei centri di senologia con tutte le
4 Breast unit".
Il responsabile della Chirurgia della mammella dell'ospedale di
Terni, Alessandro Sanguinetti, ha puntualizzato che "il calo
delle prestazioni verificatosi in Umbria è in linea con la media
nazionale. Le Breast unit vanno bene, ma ci sono carenze dal
punto di vista organizzativo, la volontà c'è, forse le risorse
sono state dirottate per scopi anche più importanti, fatto è che
l'Umbria avrebbe bisogno di una rete senologica vera, gestita
dai coordinamenti Breast unit. Serve un data base per
l'accreditamento europeo e dal punto di vista sia numerico che
qualitativo l'Umbria non è seconda a nessuno, occorrerebbe
dimostrare la qualità del servizio offerto. Occorre un Data
Breast, un software, non soggetto a manipolazioni, che
immagazzina dati da trasferire poi all'organo di controllo
europeo. Mancano le figure del 'case manager', che gestiscono il
percorso della donna affetta da cancro alla mammella dall'inizio
alla fine. Con pochi aggiustamenti si potrebbero raggiungere
risultati lusinghieri". (ANSA).
In Terza commissione audizione con "Europa donna-Umbria"
Sulla multidisciplinarietà dei centri di senologia