(ANSA) - PERUGIA, 30 MAR - Grave carenza di personale sia
medico che infermieristico nelle carceri umbre, acuita da
condizioni contrattuali che anziché prevedere incentivi per chi
dovesse optare per il lavoro nelle strutture penitenziarie non
garantisce lo stesso trattamento economico di altre categorie: i
medici delle Usca hanno una tariffa oraria quasi doppia rispetto
ai medici di continuità assistenziale e i professionisti in
forza agli ospedali guadagnano il triplo. Nelle carceri umbre
sono rientrati in servizio medici in pensione e c'è la necessità
di prorogare i contratti in scadenza dei medici assunti per il
periodo legato all'emergenza Covid. Servirebbe una maggiore
flessibilità contrattuale e meno paletti, come quello
rappresentato dalla incompatibilità fra incarichi, per agevolare
il lavoro di chi è chiamato a dare continuità assistenziale in
strutture che necessitano, per ovvie ragioni di sicurezza, anche
di una adeguata copertura dei turni. Queste considerazioni e
molte altre ancora sono state fatte dai responsabili e dagli
operatori della sanità penitenziaria delle strutture umbre
(Alessandro Lucarini, Antonio Marozzo, Gaetano Giubila, Romano
Trastelli, Simonetta Antinarelli, Benedetta Malici, Silvia
Ceppi) nel corso dell'audizione richiesta dal consigliere Thomas
De Luca, M5s, che si è tenuta in terza Commissione, a cui hanno
preso parte il Garante regionale delle persone sottoposte a
misure restrittive o limitative della libertà personale,
Giuseppe Caforio e il direttore regionale della sanità umbra
Massimo Braganti.
Caforio, in carica da meno di un anno, ha detto - si legge in
una nota di Palazzo Cesaroni - che sulla sanità carceraria ha
inciso non solo la pandemia, ma anche e soprattutto la
difficoltà a dare risposta alle patologie diverse dal Covid,
essendosi verificata discontinuità assistenziale anche in casi
gravi ed ha sottolineato l'esiguità del personale e il turn over
accelerato. Necessaria quindi una riorganizzazione della sanità
penitenziaria.
Braganti, ha rassicurato sul fatto che i contratti in scadenza
saranno prorogati e ha detto che prosegue la non facile caccia
ai professionisti. "Stiamo chiedendo - ha detto - un intervento
sui contratti di alcuni settori della sanità, come quella
penitenziaria ma anche il 118, che risultano penalizzati. In
precedenza ho fatto rilevare al Ministero che la necessità di
copertura del contact tracing e del servizio Usca ha generato un
esodo di personale che ha legittimamente scelto di andare a fare
servizi diversi da quelli del 41 bis. Come Regione Umbria
vedremo cosa si può fare attraverso accordi aziendali, rimanendo
nella legittimità. Sarebbe più facile gestire le necessità se ci
fosse la possibilità di uniformare i diversi istituti
contrattuali. Le remunerazioni sono tutte diverse e i
professionisti scelgono. Ci auguriamo di poter avere
professionisti anche dall'Università che possano essere formati
adeguatamente per svolgere incarichi dentro i penitenziari".
Al termine dell'audizione, la presidente della Commissione
Sanità, Eleonora Pace, ha proposto un aggiornamento della
situazione tra qualche settimana con un ulteriore confronto a
cui prenderanno parte, oltre ai medici delle strutture
penitenziarie, anche i direttori di ospedali e aziende
sanitarie.
Il consigliere De Luca ha chiesto di fare un lavoro
istruttorio di tipo comparativo con quanto accade nelle altre
Regioni. (ANSA).
Carceri: "grave carenza personale" in istituti Umbria
Audizione in Regione operatori sanità penitenziaria