(ANSA) - PERUGIA, 14 APR - Ampia parte della riunione odierna
della seconda Commissione dell'Assemblea legislativa è stata
dedicata alle audizioni sulla situazione degli uffici postali
dell'Umbria e ai loro servizi definiti "essenziali".
Molteplici - come ha sottolineato il presidente Valerio
Mancini, promotore principale dell'iniziativa - sono state le
problematiche evidenziate dagli amministratori locali in merito
alla situazione nei loro comuni. Alla riunione, in
videoconferenza, hanno preso parte, il presidente dell'Anci
Umbria, Michele Toniaccini, il coordinatore piccoli Comuni
umbri, Federico Gori, mentre per Poste italiane Giovanni Zunino,
responsabile macro area centro nord, Paolo Pinzani, responsabile
relazioni istituzionali area centro nord, Serena Di Santo,
responsabile gestione operativa area centro nord). Le criticità
maggiori, emerse soprattutto dall'inizio dell'emergenza
pandemica, come ha rimarcato Mancini - è detto in una nota di
Palazzo Cesaroni -, derivano dai "disagi arrecati dalla
riduzione dell'orario di operatività degli sportelli. Problemi
continuano a manifestarsi nelle piccole frazioni, dove la
riduzione dell'orario di apertura degli uffici costringe gli
utenti, spesso anziani, a lunghe ed estenuanti code all'aperto
con il rischio di creare assembramenti. Ma anche causa
dell'assenza di sportelli automatici Postamat Atm".
Sostanzialmente è emerso che allo stato attuale e fino al
termine della terza ondata pandemica e, come è stato
evidenziato, prima di una adeguata copertura vaccinale dei
dipendenti, soprattutto per chi lavora agli sportelli, non
sarebbe previsto alcun piano di potenziamento del servizio,
garantendo comunque il mantenimento puntuale della situazione
attuale. Il presidente regionale di Anci, Toniaccini ha definito
"essenziale" il servizio di Poste e proprio per questo ha
rimarcato l'importanza della salvaguardia della salute degli
utenti, chiamati molto spesso a lunghe file fuori dagli uffici
che comportano, in alcuni casi, problemi soprattutto per la
popolazione anziana. "Una situazione - ha detto Toniaccini - che
richiederebbe una forte sensibilità da parte dell'azienda". Ma
oltre a questo, il presidente di Anci ha stigmatizzato le
eccessive chiusure settimanali di molti uffici. "Scelte - ha
detto - mai condivise con le istituzioni locali. Come Anci
nazionale abbiamo chiesto a Poste italiane di costruire un
tavolo di confronto ritenendo il problema di emergenza nazionale
e non soltanto di singoli comuni. L'auspicio è che l'Azienda
possa ampliare gli orari di apertura ed investire sul personale.
Oggi i problemi non sono più emergenziali, ma strutturali".
Sulla stessa linea Gori che ha rimarcato come sui 92 comuni
dell'Umbria, 65 sono piccole realtà e per alcune comunità,
quello di Poste, rappresenta l'unico servizio in loco. "La
riduzione di orari di apertura - ha ribadito -, soprattutto in
questo periodo di emergenza sanitaria, ha creato molteplici
difficoltà, tra cui le lunghe file, soprattutto di anziani prima
di poter entrare. Oltre a chiedere maggiori aperture, chiediamo
una maggiore partecipazione dei territori nelle scelte
aziendali".
Zunino ha tra l'altro assicurato che sin dall'inizio
dell'emergenza sanitaria l'Azienda si è subito organizzata per
non lasciare alcun comune italiano privo del servizio, seppure
per alcuni giorni a settimana, rilevando tuttavia che, ad oggi,
in Umbria, seppure con un'offerta maggiore di servizi, si è
verificato un calo di clienti del 32 per cento. Nel sottolineare
la volontà di continuare ad essere un punto di riferimento per i
cittadini e di considerare gli utenti/clienti come vero e unico
patrimonio, ha annunciato che, quando ci sarà la possibilità di
farlo, verranno programmate, soprattutto per i piccoli comuni,
attività che riguarderanno la consulenza finanziaria e la
cultura digitale, servizi ovviamente gratuiti, ma di rilevante
importanza, per tutti coloro che vorranno usufruirne.
Dopo l'intervento di Pinzani che ha dettagliatamente illustrato
l'attività svolta da Poste Italiane sin dal primo giorno
dell'emergenza pandemica e le iniziative messe in campo in
favore dell'utenza ed in particolar modo per gli anziani, è
stata Di Santo a fare una precisa panoramica degli uffici
operanti sul territorio regionale. E nel sottolineare come ad
oggi non ci sarebbero piani di potenziamento in vista perché in
fase di osservazione della curva epidemiologica, ha osservato
come in Umbria soltanto l'11 per cento degli uffici (29 su 262)
non sono ancora tornati agli orari pre covid (media nazionale 17
per cento) e che comunque non ci sono uffici completamente
chiusi. Rispetto al tema degli sportelli automatici 'Atm', sui
262 uffici ne dispongono 147 (109 su Perugia, 38 su Terni). Sono
21 i comuni che ne sono privi (10 su Perugia e 11 su Terni). Da
parte dei Sindaci sono giunte a Poste Italiane 10 istanze di cui
2 recepite nel piano 2021. Sono molte le richieste inserite nel
piano 2020 che hanno invece subito uno stop per la pandemia. Nel
sottolineare che in alcuni territori viene garantita un'offerta
superiore a quella pre covid, rispetto alle file che si creano
di fronte ad alcuni uffici è stato specificato che ciò è da
collegare al recepimento delle indicazioni ministeriali. La
modalità di accesso varia dalla tipologia dell'ufficio e quindi
dall'ampiezza della sala interna. Dove è stato possibile sono
stati creati degli stalli interni ed in Umbria sono presenti in
114 uffici postali. In 68 uffici postali è attivo il sistema di
gestione attese ed attraverso apposita app è possibile prenotare
il proprio accesso senza fare file.
La Commissione, pur impegnandosi a monitorare attentamente il
quadro, ha preso atto di una situazione cristallizzata e
nell'invitare l'Azienda a intervenire comunque con urgenza in
alcune gravi criticità che interessano alcune parti del
territorio regionale, predisporrà un documento per chiedere alla
Giunta regionale di portare con forza le problematiche emerse
sul tavolo della Conferenza Stato-Regioni. (ANSA).
Poste: Anci chiede di ampliare orari di apertura
Audizione in seconda Commissione Assemblea Umbria