Umbria

Consigliere Pd propone legge per assistenza a morte serena

Iniziativa in Umbria per malate "in stato terminale o cronico"

Redazione Ansa

(ANSA) - PERUGIA, 10 NOV - "Assicurare assistenza sanitaria per aiutare alla morte serena e indolore le persone malate in stato terminale o cronico, la cui condizione clinica è compatibile con il diritto al rifiuto del mantenimento artificiale in vita ai sensi dell'articolo 32, comma 2, della Costituzione" è quanto prevede una proposta di legge depositata dal consigliere regionale del Pd Fabio Paparelli. "Questa iniziativa legislativa - spiega - ha come fondamento giuridico la sentenza della Corte costituzionale numero 242/2019, in base alla quale viene stabilito che le Regioni, in attesa di una norma statale, possono comunque legiferare in merito alla possibilità di assicurare una morte indolore e serena ai malati terminali".
    "La ratio di questa proposta di legge essendo già stata appurata la competenza regionale a legiferare - spiega Paparelli in una nota -, si fonda proprio sulla necessità di indicare tempi e modalità di accesso al procedimento e alle prestazioni e servirà a rendere più chiara e lineare una tematica così delicata e tanto discussa negli ultimi anni, con l'unico scopo di poter assicurare ai pazienti che versano in fase terminale anche la possibilità di scegliere consapevolmente un fine vita dignitoso e non aggravato da un processo più lento e doloroso, per sé e per le persone a loro più care". "La decisione della Consulta - sostiene ancora il consigliere Pd - stabilisce il dovere, per il servizio sanitario pubblico, di prestare l’assistenza e l’aiuto necessario ai malati terminali o cronici, che siano capaci di assumere decisioni libere e consapevoli e abbiano espresso autonomamente e liberamente la volontà di accedere alle prestazioni e ai trattamenti di fine vita, con le modalità e gli strumenti più consoni alle proprie condizioni cliniche. Stiamo parlando di persone affette da patologie irreversibili tenute in vita con trattamenti di sostegno vitali, che versano in condizioni di sofferenza fisica e psicologica assolutamente intollerabili, ma pur sempre pienamente capaci di prendere decisioni libere e consapevoli a fronte di condizioni e prestazioni gratuite che siano state fatte oggetto di verifica da parte di una struttura pubblica del Servizio sanitario nazionale, previo parere del Comitato etico territorialmente competente”. “Come è noto – rileva il consigliere del Pd - in Italia l’eutanasia è un reato e rientra nelle ipotesi previste e punite dall’articolo 579 (omicidio del consenziente) o dall’articolo 580 (istigazione o aiuto al suicidio) del codice penale, ma, al contrario, il suicidio medicalmente assistito in determinati casi e la sospensione delle cure, intesa come eutanasia passiva, costituisce un diritto inviolabile in base all’articolo 32 della Costituzione e alla legge 219/2017. Di recente il caso di ‘Mario’, residente nelle vicine Marche, che nel settembre 2020 scrisse alla sua Asl per ottenere quanto previsto dalla Consulta ed evitare di andare in Svizzera per avere accesso alla morte assistita, ha riportato all’attenzione il tema dell’assistenza sanitaria per la morte serena e indolore di pazienti terminali".

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