Umbria

Terremoto 1997, il sindaco di Assisi ricorda le vittime

Ed "esalta la forza della ripresa"

Redazione Ansa

(ANSA) - ASSISI (PERUGIA), 26 SET - Sono passati 25 anni dal terribile terremoto che sconvolse l'Umbria e le Marche, causando 11 morti, un centinaio di feriti e migliaia di sfollati, nei 48 comuni delle due regioni.
    Assisi fu una delle città che pagò un tributo altissimo in termini di vittime e di danni al patrimonio artistico, tra cui il crollo della volta della Basilica superiore di San Francesco sotto le cui macerie persero la vita due frati e due tecnici che stavano verificando le conseguenze della prima scossa avvenuta nella notte.
    "Oggi, come sempre, è doveroso - scrive il sindaco Stefania Proietti - ricordare quei momenti tragici che colpirono al cuore la nostra città. Ancora sono vivi nella mente e nel cuore il dolore per la perdita di Bruno Brunacci, Claudio Bugiantella, padre Angelo Api e Zdzisław Borowiec e per la devastazione di case e chiese. Coltivare la memoria di quanto accaduto è un segno di rispetto e un valore da trasmettere alle nuove generazioni perché, oltre il ricordo e le sofferenze per le vittime, va raccontata ed esaltata la forza della ripresa, la capacità di ricostruire le ferite inferte al patrimonio artistico e immobiliare".
    "Dopo quel sisma, la nostra regione diventò più sicura - ha aggiunto il sindaco - perché la ricostruzione avvenne con efficacia e in tempi rapidi, si parlò allora del 'modello Umbria', tanto è vero che per esempio la Basilica di San Francesco riaprì due anni dopo le scosse. Abbiamo visto che la ricostruzione dei danni post sisma 2016, che è stato altrettanto violento, ha ingranato di recente la marcia giusta e per questo dobbiamo dire grazie all'impegno e alle capacità del commissario straordinario Giovanni Legnini".
    Come ogni anno l'amministrazione comunale partecipa oggi pomeriggio alla celebrazione eucaristica, durante la novena di preparazione alla festa del 4 ottobre, in memoria delle vittime del terremoto di 25 anni fa, alle 18, nella chiesa superiore della Basilica di San Francesco. (ANSA).
   

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