Umbria

Pd si mobilita in Umbria per "difendere" sanità pubblica

Mobilitazione sul tema "La salute prima di tutto"

Redazione Ansa

(ANSA) - PERUGIA, 06 LUG - Difendere la sanità pubblica che sarà così messa al centro di una mobilitazione istituzionale, con un ordine del giorno da presentare in tutti i consigli comunali ma anche provinciali e in quello regionale, e con una mobilitazione sociale "forte" che sfocerà anche in manifestazioni pubbliche per la tutela di quello che è "un bene pubblico non scontato": attraverso la campagna "La salute prima di tutto", il Partito democratico dell'Umbria ha presentato le azioni che ha intenzione di mettere in campo a difesa della sanità pubblica e dei servizi sanitari. Lo ha fatto in una conferenza stampa a Palazzo Cesaroni.
    La denuncia e le conseguenti proposte illustrate dal segretario regionale del Pd partono da un'analisi riguardante gli indicatori di valutazione delle performance dei sistemi sanitari locali prodotta dell'istituto Sant'Anna di Pisa. "Un quadro drammatico" secondo Bori. "La situazione critica quindi non la descriviamo noi - ha aggiunto - ma rapporti nazionali che dimostrano come in Umbria è tra le peggiori in Italia e questo è avvenuto in questi due anni in cui è cambiata completamente la pelle della sanità pubblica. Dalla ricerca emerge che l'Umbria è la regione che ha più assenteismo sul lavoro e questo significa che gli operatori sono consumati perché sotto organico e sotto stress. Inoltre, il dato degli screening oncologici è drammatico".
    Il Pd si schiera così dalla parte della sanità pubblica soprattutto perché "è messa in crisi dal buco di bilancio".
    Oltre che di aziende "indebitate" il Pd ha parlato anche dei "tagli che vengono fatti per risparmiare sul personale". I pensionamenti, ha aggiunto Bori, "non sono stati pareggiati con le assunzioni" e le circa 2 mila nuove unità "promesse dalla Tesei non sono mai arrivate".
    Inoltre, il Pd denuncia anche il fatto che "al servizio sospeso delle Usca non è stato previsto uno alternativo e questo vuol dire disagio per operatori sanitari e pazienti che si sono trovati in carico tutte le criticità". (ANSA).
   

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