Umbria

Pd Regione, riforma Arpal provvedimento caotico

"Serve tornare indietro e ascoltare i rilievi dei sindacati"

Il simbolo del Pd

Redazione Ansa

"Ci uniamo alla preoccupazione espressa dai sindacati di categoria di fronte allo schema organizzativo di Arpal, fin qui elemento fondamentale per attuare le politiche del lavoro regionali e che ora, alla luce delle nuove normative, vede a rischio la propria funzione". Così il gruppo regionale del Partito democratico di fronte alla presa di posizione espressa da Cgil Funzione pubblica, Cisl Fp e Uil Fpl sulla riorganizzazione dell'Agenza regionale per le politiche attive del lavoro. "Siamo di fronte ad un piano di razionalizzazione - dicono in una nota i consiglieri del Partito democratico - che più che organizzare frammenta e taglia, non riducendo invece i carichi che aumentano, fino a provocare quindi un servizio negativo nei confronti degli utenti. Se infatti il Programma nazionale per la garanzia di occupabilità dei lavoratori vuole valorizzare gli accordi con Arpal, l'accorpamento dei responsabili dei Centri per l'impiego di Perugia e Città di Castello, e quelli di Terni-Foligno-Orvieto non aiutano di certo". "Si andrà infatti - prosegue la nota del Pd - verso un depotenziamento di un servizio pubblico, lasciando fin troppo spazio ai privati. Il privato, all'interno di una società inclusiva, è fondamentale come partner del settore pubblico, che deve assolutamente rimanere il principale titolare dei servizi e delle funzioni. Appaltare invece il tutto, non in ottica di sussidiarietà, significa alterare valori fondanti di quello che dovrebbe essere un settore nel quale non dovrebbero esserci altri interessi, se non quelli dei lavoratori e delle imprese, con domanda e offerta da incrociare. In questo quadro, ecco che vediamo ripetersi lo schema che abbiamo visto in sanità: da un lato si destruttura il pubblico, dall'altro si apre lo spazio ai privati. Come informano i sindacati, ai privati verranno attribuite e pagate funzioni finora di esclusiva pertinenza del servizio pubblico ed affidata una platea del 60 per cento dei disoccupati". "Più responsabilità, dunque, ma meno personale e nessun adeguamento delle indennità. L'esatto contrario di quello che invece servirebbe. I servizi pubblici hanno bisogno di essere rafforzati, sia in termini di risorse umane e finanziarie, con l'inserimento di personale giovane, preparato e motivato. Quella che stiamo vedendo è invece una gestione cervellotica e caotica - proseguono i consiglieri - che andava evitata prendendo in considerazione i rilievi che i sindacati avevano già posto. Appunti che avevamo già posto all'attenzione della maggioranza, in sede di approvazione della legge in consiglio regionale. Anche in quella sede, le nostre osservazioni non vennero prese in considerazione e così, per esempio, i componenti del consiglio d'amministrazione non saranno scelti per avviso pubblico, né si ricorrerà ad un presidente di derivazione regionale, che avrebbe impedito aggravi di spesa. Il tutto con l'unico obiettivo di aggravare le spese e non produrre risultati. Ecco dunque che vogliamo esprimere vicinanza ad una iniziativa dei sindacati, in campo per una battaglia che è anche la nostra, per una politica del lavoro giusta ed equa e un servizio pubblico accessibile".

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