Umbria

Covid, marcato incremento settimanale in tutti i distretti umbri

Aumento tasso di incidenza con 1.249 casi su 100.000 abitanti

Redazione Ansa

(ANSA) - PERUGIA, 14 MAR - La settimana dal 7 al 13 marzo vede ancora in Umbria l'aumento del tasso di incidenza dei casi di soggetti positivi al Covid con 1.249 casi su 100.000 abitanti.
    Tutti i distretti mostrano un marcato incremento rispetto alla settimana precedente: l'Rdt sulle diagnosi calcolato per gli ultimi 14 giorni con media mobile a sette giorni aumenta attestandosi ad un valore di 1.71, anche per questa settimana superiore alla media nazionale (1.35). Lo rende noto l'assessore regionale alla Salute, Luca Coletto, sottolineando che rispetto alla settimana precedente si osserva un ulteriore aumento della percentuale di positivi sul totale dei tamponi, raggiungendo il 22 per cento anche se va precisato che è stato registrato anche un incremento del numero di test effettuati di circa il 20 per cento.
    L'andamento regionale dell'incidenza settimanale mobile per classi di età conferma tassi superiori alla media regionale per la popolazione fra tre e 44 anni: in particolare i ragazzi tra i 6 e 18 anni raggiungono incidenze superiori ai 2000 casi per 100.000 abitanti. Tutte le classi di età comunque, mostrano un evidente incremento dei valori. In aumento l'impegno ospedaliero regionale: al 13 marzo sono 171 i ricoveri, di cui 5 in terapia intensiva, i decessi registrati nella settimana sono 12.
    "I dati con numeri in salita - ha detto l'assessore - impongono la massima attenzione, ma occorre spiegare che una risalita dei casi può essere anche fisiologica, visto l'elevato numero di tamponi giornaliero e la ripresa della vita sociale che è tornata quasi alla normalità. Anche se si registra un leggero aumento dei ricoveri, i posti in terapia intensiva rimangono stabili e questo dato sicuramente è confortante in quanto testimonia quanto affermato dai tecnici, secondo i quali Omicron2 pur essendo altamente contagiosa, non ha effetti più gravi sul fronte della malattia di quelli prodotti da Omicron 1". (ANSA).
   

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