Umbria

Dg ospedale Terni, distinguere pazienti per Covid e con Covid

Vicepresidente Fiaso, Santa Maria rispecchia andamento nazionale

Redazione Ansa

(ANSA) - TERNI, 02 FEB - "E' un errore grave, dal punto di vista clinico, assistenziale e organizzativo parlare delle quattro ondate della pandemia allo stesso modo. Oggi siamo in una situazione ulteriormente nuova, in cui sempre di più dovremo distinguere i pazienti per Covid da quelli con Covid. E' una fase che, lo dicono gli esperti, durerà tanto e con la quale dovremo convivere". A dirlo all'ANSA è Pasquale Chiarelli, direttore generale dell'azienda ospedaliera Santa Maria di Terni e vicepresidente della Fiaso, la Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere.
    Secondo il manager l'andamento dei ricoveri Covid nello stesso Santa Maria, ospedale sentinella nell'ambito delle rilevazioni svolte settimanalmente dalla Fiaso, è "pressoché sovrapponibile" al quadro nazionale, che registra "una diminuzione dei pazienti ricoverati per Covid e un aumento di quelli con Covid, dunque con altre patologie più gravi".
    Alla giornata di ieri nell'ospedale umbro erano 15 i ricoveri ordinari per Covid, con un range di età compreso tra i 58 e i 98 anni. Tra questi erano sette i pazienti con ciclo completo di vaccinazione (età media 81 anni), otto quelli non vaccinati o con ciclo di vaccinazione incompleto (età media 83 anni). Erano 28, sempre alla giornata di ieri, i pazienti ricoverati in reparti ordinari con Covid, "quasi tutti con ciclo di vaccinazione completo - spiega Chiarelli -, a conferma che il vaccino serve". Tra i ricoverati in terapia intensiva, uno lo era invece per Covid e tre con Covid. "C'è una stabilità dei ricoveri e delle terapie intensive, così come sono stabili i dati pediatrici" spiega il direttore generale. Che si augura a breve "un abbassamento dei dati, anche per riattivare di tutte le attività legate alle altre tipologie di patologie e rimettere subito in moto un percorso virtuoso".
    Per il dg Chiarelli, in questa nuova fase, la parola chiave sarà "appropriatezza", oltre che "collaborazione tra territorio e ospedale, per non ingolfare il sistema". (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it