Umbria

Messa, chiesto sforzo collaborazione Atenei

Ministra interviene a inaugurazione anno accademico Perugia

Redazione Ansa

(ANSA) - PERUGIA, 10 NOV - "Oggi agli Atenei è chiesto uno sforzo molto forte di collaborazione. Se noi sapremo sfruttare le reciproche capacità saremo in grado anche di vincere questa grandissima sfida di poter sfruttare al meglio i finanziamenti che l'Europa ci ha permesso di avere": è quanto ha detto la ministra dell'Università e della Ricerca ,Maria Cristina Messa, durante il suo intervento alla cerimonia di apertura dell'anno accademico dell'Università degli Studi di Perugia. "Siamo il Paese in Europa che ha avuto più finanziamenti e abbiamo una responsabilità che non è solo verso il nostro Paese ma che è verso l'Europa e verso il mondo" ha aggiunto.
    "Se fallisce l'Italia - ha proseguito Messa - su questa cosa fallisce anche l'Europa perché ha dato fiducia". Per il ministro "non è sufficiente ovviamente avere grandi idee e grandi progetti ma bisogna anche dare gli strumenti per poterlo fare".
    "Io credo - ha proseguito - che il compito di questo Ministero in questo periodo sia proprio quello di dare gli strumenti che riguardano sicuramente il finanziamento e le riforme che sono necessarie al nostro sistema .Abbiamo pubblicato sul sito un calendario di bandi che questo ministero metterà fino a dicembre del 2022 con un ammontare veramente significativo di fondi, che sono attorno ai 10 miliardi complessivamente, di cui sei grande parte sono del Piano nazionale di ripresa e di resilienza e il rimanente sono fondi nazionali".
    Per la ministra uno dei punti fondamentali è quello della programmazione. "Noi - ha sottolineato - abbiamo avuto un sistema in cui programmare era molto difficile. Non c'era un obiettivo a lungo termine ma gli obiettivi erano sempre o di colmare delle lacune improvvise oppure di portare a casa qualche cosa nello stesso anno. In questo periodo particolare, forse anche grazie al piano nazionale, abbiamo cercato di mettere a terra tutti gli elementi che possono far pensare a cosa sarà fra cinque, fra dieci anni. Non possiamo continuare a cercare di organizzare, di dare un futuro senza avere una programmazione".
    (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it