Umbria

Mancini, conclusa ricognizione uffici postali

Presidente seconda Commissione ricorda "molteplici audizioni"

Redazione Ansa

(ANSA) - PERUGIA, 01 SET - "Il lavoro di ricognizione della situazione degli uffici postali nel territorio regionale è stato avviato dalla seconda Commissione dell'Assemblea legislativa già nel settembre 2020 dopo molteplici audizioni dei responsabili di Poste italiane Luigi Madeo, Paolo Pinzani, Giovanni Giulio Zunino, Serena Di Santo e Fortunato Iiriti e degli amministratori locali": lo ricorda il presidente Valerio Mancini (Lega). "Abbiamo elaborato, sulla base delle esigenze e delle problematiche rappresentate dai sindaci, un documento che verrà presentato in Aula" aggiunge in una sua nota.
    "Sono diverse le criticità esposte dagli amministratori comunali - sottolinea Mancini - per lo più dovute alla riduzione degli orari di operatività degli sportelli e all'assenza di sportelli automatici Postamat-Atm in numerose frazioni, molte delle quali sguarnite anche di Bancomat. È opportuno che la Giunta regionale prenda visione quanto prima dei documenti ricevuti dalla Commissione e attivi tempestivamente un tavolo di coordinamento con Anci Umbria e Poste italiane al fine di arrivare a una risoluzione delle criticità del servizio occorre promuovere ogni iniziativa utile a consentire il superamento dei disservizi anche nella Conferenza Stato-Regioni, nella consapevolezza che si tratti di problematiche che interessano anche altre regioni. Ringrazio i miei colleghi commissari che sono certo daranno un contributo fondamentale nel corso dell'imminente trattazione in Commissione, con questa iniziativa, preso atto che Poste italiane ha dichiarato in audizione che non sono previsti attualmente ulteriori investimenti, impegneremo la Giunta regionale a relazionare in Aula in merito ai provvedimenti adottati e agli esisti degli stessi entro tre mesi dall'approvazione del documento. Con questa iniziativa - conclude Mancini - vogliamo che venga fatto valere il diritto della politica di incidere nelle scelte di enti, peraltro a partecipazione pubblica come Poste italiane, che appaiono inopportune rispetto alle esigenze di alcuni territori". (ANSA).
   

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