Umbria

Pg Perugia, no alla tagliola per i processi

"Andare verso sempre più informatizzazione" dice Sottani

Redazione Ansa

(ANSA) - PERUGIA, 27 LUG - "Favorevole" alla parte della riforma della Giustizia delineata dal ministro Marta Cartabia che punta su informatizzazione e organici degli uffici oltre che su misure alternative al carcere, "fortemente contrario" all'improcedibilità dell'appello dopo due anni: è la posizione del procuratore generale di Perugia Sergio Sottani. Che l'ha espressa rispondendo all'ANSA.
    "Bisogna puntare sugli organici degli Uffici giudiziari - ha detto Sottani -, su una maggiore dotazione di personale amministrativo, mezzi e strumenti. E' necessario andare sempre più verso l'informatizzazione, e su questo concordo pienamente con il ministro".
    "Sono invece fortemente contrario - ha affermato il procuratore generale presso la Corte d'appello di Perugia - alla improcedibilità dell'appello per decorrenza dei termini. Una vera e propria tagliola per i processi. Si rischia di assistere a una proliferazione di ricorsi in secondo grado da parte degli imputati mentre l'obiettivo dovrebbe essere di eliminare gli appelli pretestuosi e fatti solo per guadagnare tempo. Così mi desta perplessità la previsione in capo al legislatore di criteri di priorità in tema di esercizio dell'azione penale, quando sarebbe preferibile una sostanziale depenalizzazione".
    Sottani è perplesso anche sul fatto che in una materia come la Giustizia si tenga un referendum popolare. "Sorprende - ha detto il pg - che a proporli siano partiti ora al Governo che dovrebbero invece fare le leggi. Come ha detto anche la Corte costituzionale, poi, la Giustizia è materia troppo complessa perché ci si possa esprimere con un si o un no".
    Il procuratore generale ha quindi definito "discreta" la situazione in Umbria. "In appello - ha spiegato - c'è una percentuale molto alta di conferma delle sentenze. Le prescrizione vengono registrate soprattutto in primo grado a Perugia".
    "Il rischio - ha concluso Sottani - è di far ricadere tutto sui magistrati, mentre i tempi eccessivi del processo penale dipendono dalla carenza della struttura organizzativa". (ANSA).
   

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