(ANSA) - PERUGIA, 09 LUG - "Presumibilmente se non ci fosse
stata la pandemia i poveri sarebbero diminuiti, si sarebbe
rilevata infatti una diminuzione degli utenti come già si
intravedeva nel biennio precedente, dovuta anche all'entrata a
regime del Reddito di cittadinanza e di altre misure di
sostegno": parte da questa considerazione il sesto Rapporto
curato dall'Osservatorio diocesano sulle povertà e l'inclusione
sociale della Caritas di Perugia-Città della Pieve dal titolo
'Insieme nella cura'.
Nell'ultimo anno e in particolare nei primi quattro mesi del
2021, l'Osservatorio registra invece un "incremento notevole" di
famiglie (1.306 persone, nel 2019 erano 1.039) in gravi
difficoltà non solo economiche, per un aumento del 25,7% (mai
così alto negli ultimi 15 anni), con il 34% di persone (442),
rispetto al totale, che per la prima volta nella loro vita hanno
chiesto aiuto alla Caritas, di cui il 39% sono italiane.
Il nuovo Rapporto - uno studio-ricerca del fenomeno con
elaborazioni dati relativi all'anno 2020 e ai primi quattro mesi
del 2021 la cui fonte principale è il Centro di ascolto
diocesano Caritas - è stato presentato al Villaggio della
Carità-Sorella Provvidenza di Perugia con interventi, tra gli
altri, del direttore della Caritas diocesana don Marco
Briziarelli e del professor Pierluigi Grasselli, alla guida
dell'equipe dell'Osservatorio.
I nuovi trend, causati dalla pandemia ed evidenziati nello
studio, mostrano una maggiore difficoltà da parte di chi vive da
solo, l'aumento dell'incidenza delle richieste di aiuto dei
giovani, in modo particolare degli italiani, e un aumento dei
"lavoratori poveri", dei disoccupati e degli inattivi. (ANSA).
Più richieste aiuto a centri Caritas Perugia-Città Pieve
Il 39 per cento delle famiglie sono italiane