Umbria

132 pazienti in un mese nell'ospedale da campo a Perugia

Utilizzato per il ricovero in Osservazione breve intensiva

Redazione Ansa

(ANSA) - PERUGIA, 14 APR - Sono stati ricoverati 132 pazienti affetti da Sars-CoV-2 dal 10 marzo scorso, giorno di apertura dell'ospedale da campo della Regione Umbria, realizzato con risorse della Banca d'Italia e collocato a ridosso del Santa Maria della Misericordia di Perugia.
    La struttura, composta da 12 posti letto di sub-intensiva, otto di terapia intensiva e dieci di degenza ordinaria, è utilizzata per il ricovero in Obi (Osservazione breve intensiva) di pazienti acuti Covid che, dopo l'inquadramento clinico e la stabilizzazione, vengono tenuti in osservazione per un periodo medio di due o tre giorni e poi trasferiti nelle degenze Covid dell'ospedale vero e proprio.
    Nell'ospedale da campo regionale sono impiegati otto medici, 15 infermieri, più un infermiere con funzioni di coordinamento, personale di raccordo con le strutture e i servizi sanitari posti all'interno delle mura dell'ospedale, e cinque operatori sociosanitari, tutti guidati dal dottor Paolo Groff, direttore del dipartimento di Emergenza e Urgenza dell'ospedale di Perugia, in collaborazione con la coordinatrice infermieristica del dipartimento, dottoressa Monia Ceccarelli.
    "I pazienti che accedono all'ospedale campale regionale - dice Paolo Groff, in una nota dell'azienda ospedaliera - sono pazienti Covid positivi che provengono dal territorio traspostati dal 118. Al loro arrivo vengono valutati rispetto alla gravità della loro condizione clinica e immediatamente sottoposti alle cure più adeguate che spesso consistono nell'utilizzo della ventilazione non-invasiva e nell'ossigenoterapia ad alto flusso".
    "La struttura campale regionale - afferma Marcello Giannico, direttore generale dell'azienda ospedaliera di Perugia - è di grande supporto perché ha permesso di diversificare gli accessi in pronto soccorso, riservando esclusivamente l'ospedale campale all'ingresso di pazienti Covid conclamati, nel pieno rispetto della destinazione d'uso. Inoltre, l'altissima tecnologia sanitaria in dotazione permette, oltre al trattamento immediato del paziente, anche l'esecuzione in loco di esami diagnostici strumentali con la tele-refertazione da parte dei servizi interni dell'ospedale intramurario". (ANSA).
   

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