Umbria

Tre candidati alla segreteria del Pd Umbria si ritirano

De Rebotti, Presciutti e Torrini, oltre a Schoen

Redazione Ansa

(ANSA) - PERUGIA, 03 APR - Tre candidati alla segreteria regionale del Pd dell'Umbria, Francesco De Rebotti, Massimiliano Presciutti e Alessandro Torrini, insieme al candidato al congresso provinciale di Perugia del Pd, Carlo Elia Schoen, hanno inviato oggi, 3 aprile, ciascuno con propria lettera, formale comunicazione al Pd dell'Umbria del ritiro delle loro candidature congressuali, insieme alle liste a loro sostegno. Resta in corsa solo il capogruppo in Regione Tommaso Bori..

 I tre candidati avevano chiesto nei giorni scorsi un incontro alla segreteria regionale del Pd dell'Umbria e al segretario nazionale Enrico Letta. Il congresso è in programma a partire dal 9 aprile.
Fra gli altri, nella sua lettera De Rebotti ha scritto oggi di avere "ricevuto solo indifferenti rifiuti in risposta" a quella lettera ed ha annunciato quindi la sua non partecipazione ad un congresso che considera "sbagliato politicamente, e illegittimo statutariamente". "Non intendo, inoltre, essere in alcun modo corresponsabile di un congresso organizzato totalmente al di fuori delle norme anti Covid vigenti", ha aggiunto lo stesso sindaco di Narni. "Desidero ringraziare tutti coloro, e sono tante e tanti - prosegue la lettera di De Rebotti - che hanno condiviso questo percorso. Un pezzo di partito importante, fuori dalle logiche di potere".
"Celebrare un congresso in piena pandemia, tra il 9 ed il 29 di aprile - ha inoltre sottolineato Presciutti - è una grave responsabilità che vi assumerete". "Ma la cosa più grave - ha commentato - è il vulnus democratico, che state compiendo e che rimarrà per sempre"; "e dire che ci sarebbe stata la possibilità di fare un Congresso vero, aperto, inclusivo, unitario, individuando una candidatura di altro profilo, magari una donna, che avrebbe potuto rappresentare un nuovo inizio, ed invece avete preferito il colpo di mano, il blitz, chiudere tutto ed in fretta il giorno prima della scadenza del tesseramento 2020, una cosa folle, antidemocratica e non degna di una comunità come la nostra".
    (ANSA).
   

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