(ANSA) - PERUGIA, 21 APR - "Che ne sarà dei bar e ristoranti
umbri? Erano 4.729 alla fine dello scorso anno. Ma, con la
riapertura del Paese - afferma il presidente di Fipe
Confcommercio Umbria, Romano Cardinali - gli umbri rischiano di
non trovare più aperti né il bar sotto casa, né la trattoria di
quartiere. Per questo il governo, e la politica tutta, compresa
quella locale, ci devono aiutare, per salvare un pezzo del
nostro sistema produttivo che, con 85 miliardi di fatturato
prodotto e 1.200.000 occupati, è un settore trainante del
turismo e dell'economia italiana".
"Gli interventi sin qui messi in campo dal governo - osserva
Cardinali - sono solo una risposta parziale: la liquidità non è
ancora arrivata, la garanzia al 100% dello Stato per importi
massimi di 25.000 è una cifra lontanissima dalle effettive
esigenze delle imprese per far fronte agli innumerevoli costi da
sostenere, la burocrazia rimane soffocante appesantendo
addirittura le stesse procedure degli ammortizzatori sociali".
Appello Fipe per bar e ristoranti
"Erano 4.729 in Umbria, ma molti rischiano di non riaprire"