Umbria

Meredith: vicenda giudiziaria tra le più controverse

Knox assolta anche da calunnia per vicenda interrogatorio

Meredith: vicenda giudiziaria tra le più controverse

Redazione Ansa

 E' una delle vicende giudiziarie più controverse degli ultimi anni quella legata all'omicidio della studentessa inglese di 22 anni Meredith Kercher, uccisa con una coltellata alla gola la sera del primo novembre del 2007 mentre era nella casa di Perugia. Città nella quale era da poco giunta per studiare con il programma Erasmus.
    Con lei viveva anche Amanda Knox, americana di Seattle che studiava all'Università per stranieri del capoluogo umbro. Venne arrestata dalla polizia la mattina del 6 novembre con l'allora fidanzato Raffaele Sollecito e Patrick Lumumba, chiamato in causa proprio dall'americana nell'interrogatorio in questura e poi prosciolto perché risultato completamente estraneo alla vicenda.
    Così come innocenti sono risultati la Knox e Sollecito (tornati liberi dopo quasi quattro anni di reclusione), condannati in primo grado e assolti in appello a Perugia con una decisione annullata dalla Cassazione che dispose un appello bis a Firenze dove i due vennero nuovamente dichiarati colpevoli del delitto di via della Pergola. Prima di essere di nuovo e definitivamente assolti dai Supremi giudici.
    Chi sta invece scontando una condanna a 16 anni di reclusione per l'omicidio Kercher è l'ivoriano Rudy Guede, l'unico che ha scelto il processo con il rito abbreviato.
    Oltre a quello per omicidio la Knox ha subito un processo anche per calunnia, sempre a Firenze, per avere sostenuto davanti alla Corte d'assise di Perugia di essere stata indotta da un'interprete e da alcuni agenti ad accusare Lumumba. Assolta però anche in questo caso. Nella motivazione il giudice ha sostenuto che l'americana indicò Lumumba perché "dando quel nome 'in pasto' a coloro che la stavano interrogando cosi' duramente sperava di porre fine a quella pressione". Ha anche parlato di indagini caratterizzate da "numerose irritualità procedurali" e dalla durata ossessiva degli interrogatori. Ad avviso del giudice il contesto nel quale sono state rese le dichiarazioni della Knox "era chiaramente caratterizzato da una condizioni psicologica divenuta" per lei "davvero un peso insopportabile".

   

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