Trentino

Acqua: siccità e rischio idrogeologico, ricerche di Unibz

Redazione Ansa

(ANSA) - BOLZANO, 21 MAR - "Mai come oggi, anche in Europa, è urgente ricordare il valore dell'acqua come risorsa essenziale per la vita". Lo ricorda, in occasione della Giornata mondiale dell'acqua, che si celebra domani 22 marzo, la Libera Università di Bolzano, le cui facoltà di Ingegneria e Scienze agrarie, ambientali e alimentari, sono alla ricerca di soluzioni alle attuali sfide legate all'acqua.
    Nella neonata facoltà di Ingegneria, nel laboratorio di dermofluidodinamica con sede al Noi Techpark, coordinato dal prof. Maurizio Righetti, assieme al prof. Michele Larcher e ad un gruppo di giovani ricercatori si svolgono attività di ricerca di base e applicata sui temi dell'utilizzazione dell'acqua, dell'energia e della difesa dal dissesto idrogeologico.
    Nel laboratorio di unibz vengono sviluppate soluzioni per le problematiche del territorio: ad esempio il rischio siccità, per contrastare il quale si studiano e applicano tecniche e metodi per l'efficientamento delle reti acquedottistiche per renderle più resilienti.
    "Anche noi altoatesini siamo interessati più pesantemente dalla crescente scarsità d'acqua, rispetto ai nostri vicini di lingua tedesca, in quanto la siccità di quest'inverno ha colpito soprattutto la zona a sud delle Alpi e l'Ovest Ue", afferma Righetti.
    Alla facoltà di Scienze agrarie, ambientali e alimentari, questi problemi vengono esaminati dal punto di vista dell'idrologia, della geomorfologia e dell'ecologia fluviale. Il prof. Francesco Comiti sta lavorando con la sua équipe a diversi progetti di ricerca legati all'acqua e al cambiamento climatico, come il progetto "Rock-Me" dell'Euregio, che studia come si modifica la qualità dell'acqua quando si scioglie il permafrost in alta montagna, o il progetto di ricerca "Altroclima", finanziato dal Fondo nazionale di ricerca svizzero e dalla Provincia di Bolzano, che utilizza dati forniti dai produttori di energia idroelettrica e modelli numerici per studiare come il riscaldamento climatico ha cambiato e cambierà il trasporto dei sedimenti fluviali nei corsi d'acqua alpini.
    Il prof. Stefan Zerbe, invece, sta conducendo ricerche nell'ambito della rinaturalizzazione degli ecosistemi, in particolare delle zone umide e dell'uso sostenibile di risorse come l'acqua. "Solo il 40% delle acque di superficie in Europa è in buono stato ecologico o potenziale e solo il 38% delle acque di superficie è in buono stato chimico - afferma Zerbe -L'Alto Adige è in ritardo rispetto alle indagini europee nella raccolta di dati ambientali critici". (ANSA).
   

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