Trentino

Da gennaio 1.695 infortuni sul lavoro e 4 morti in Trentino

I sindacati: "Non sono mai una drammatica fatalità"

Redazione Ansa

(ANSA) - TRENTO, 20 MAG - Da inizio anno in Trentino ci sono stati 1.695 infortuni sul lavoro e 4 morti. "Di lavoro non si muore per caso perché gli incidenti sul lavoro non sono mai una drammatica fatalità, ma il risultato di prevenzione e formazione insufficienti, norme disattese, controlli non adeguati", dicono Cgil, Cisl e Uil che oggi in Trentino, come su tutto il territorio nazionale, hanno organizzato assemblee unitarie nei luoghi di lavoro. Una data volutamente simbolica: il 20 maggio del 1970 veniva approvato lo Statuto dei lavoratori. Obiettivo delle assemblee è informare tutti i lavoratori e le lavoratrici e stimolare una nuova consapevolezza su questi temi. Come detto da gennaio a marzo si sono verificati 1.695 gli infortuni sul lavoro. Il dato è in calo rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, ma risente delle chiusure e dell'attività ridotta al minimo nel comparto dei servizi.
    Infatti guardando ai singoli settori è in crescita l'industria, che opera a pieno ritmo, con 55 infortuni in più, da 264 del 2020 a 319 di quest'anno. In calo invece il terziario che passa da 375 a 282. In crescita anche le costruzioni nel dato puntuale mensile e la sanità. Per quanto riguarda le morti sul lavoro ad oggi i casi avvenuti in Trentino sono quattro, due a Trento, due a Rovereto. Lo scorso anno le denunce di infortunio mortale sono state in totale 9.
    "La sicurezza è un diritto non negoziabile - affermano in una nota Manuela Faggioni, Milena Sega e Walter Alotti -. La crisi economica, le condizioni di difficoltà in cui si trovano molte persone, magari da mesi senza un'occupazione, aumenta invece il rischio che si facciano passi indietro, si accettino compromessi. Per questa ragione chiediamo che vangano rafforzati i controlli, ma anche che si svolga una diffusa azione di formazione e prevenzione in tutti i luoghi di lavoro. Non basta solo il rispetto formale delle norme, la sicurezza deve essere patrimonio condiviso da tutti, lavoratori e datori di lavoro", commentano i sindacati che martedì 25 maggio alle 10.30 organizzeranno un presidio davanti al Commissariato del governo.
    (ANSA).
   

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