(ANSA) - TRENTO, 03 MAR - All'Università di Trento per la
prima volta è stata misurata in laboratorio la capacità del
soffione (tarassaco) immerso in acqua di immagazzinare aria. Una
scoperta che apre la strada allo sviluppo di nuovi dispositivi e
di soluzioni tecnologiche avanzate con possibili applicazioni,
ad esempio, per garantire una respirazione ottimale durante
immersioni subacque rapide.
Lo studio, pubblicato sulla rivista "Materials Today Bio", è
stato coordinato da Nicola Pugno, professore dell'Università di
Trento e coordinatore del laboratorio sui materiali bio-ispirati
(Laboratory of Bio-inspired, Bionic, Nano, Meta Materials &
Mechanics) al Dipartimento di Ingegneria civile ambientale e
meccanica dell'ateneo.
Ad ogni immersione il team dei ricercatori ha osservato come
il globo piumoso dei soffioni, la loro "chioma" soffice,
diventasse argentea e assumesse una forma assottigliata e
romboidale. Con l'ausilio di formule analitiche, sono state
quindi misurate le proprietà meccaniche che danno origine al
fenomeno naturale per poterle riprodurre con processi di
ingegnerizzazione. (ANSA).
Dai soffioni un aiuto per le immersioni subacque
Ricerca dell'Università di Trento