Toscana

Nel 2015 oltre 3.000 'Codice rosa'

Dati Regione Toscana , servizio attivo dal 2012

Redazione Ansa

(ANSA) - FIRENZE, 4 AGO - Nel 2015 sono stati oltre 3.000 gli accessi per Codice Rosa nei pronto soccorso della Toscana. I fatti di cronaca, come quello della morte di Vania Vannucchi dopo essere stata aggredita con il fuoco, riaccendono i riflettori sul tema delle violenze sulle donne. In Toscana, ricorda la Regione, funziona dal 2012 il Codice Rosa, un progetto per individuare le persone vittime di violenza che si presentano al pronto soccorso, assisterle, perseguire gli autori delle violenze. Il progetto, tra l'altro, ha fatto da apripista a livello nazionale ed è servito da modello per molte altre Regioni.
    "Il progetto regionale del Codice Rosa - dice l'assessore al diritto alla salute e al welfare Stefania Saccardi - contribuisce all'emersione del fenomeno dei maltrattamenti e abusi commessi nei confronti delle fasce deboli della popolazione: donne, ma anche bambini, anziani, persone vittime di abusi e discriminazioni sessuali. Il lavoro di squadra che mette in rete tante competenze diverse - medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali, magistratura, forze dell'ordine, associazioni, centri antiviolenza - si è dimostrato molto efficace nel far emergere gli episodi di violenza, dare sostegno alle vittime e perseguire i responsabili".
    Nel 2015 sono stati, appunto, 3.049 (2.623 adulti e 426 minori) i casi di Codice Rosa che si sono presentati nei pronto soccorso della Toscana: 2.877 per maltrattamenti (2.504 adulti e 373 minori); 147 per abusi (94 adulti e 53 minori); 25 per stalking (solo adulti). Nell'allegato, anche i dati suddivisi per Asl.
    Il Codice Rosa è un progetto della Regione Toscana, sviluppato a seguito dell'esperienza positiva realizzata dalla Asl 9 di Grosseto (dove il Codice Rosa è in funzione dal 2010), rivolto alle persone che accedono alle strutture di pronto soccorso per essere curate: uomini e donne, adulti e minori, vittime di maltrattamenti, abusi e discriminazioni sessuali. Il progetto regionale, che prevede il coinvolgimento interistituzionale e delle associazioni, ha preso avvio dal 2012 e si è sviluppato gradualmente fino alla completa diffusione, avvenuta nel 2014, in tutte le aziende sanitarie toscane.
    (ANSA).
   

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