Toscana

Manolo Portanova condannato a 6 anni, violenza di gruppo

Siena, pena stabilita in rito abbreviato per calciatore

Redazione Ansa

(ANSA) - SIENA, 06 DIC - Il calciatore del Genoa, Manolo Portanova, è stato condannato a 6 anni dal tribunale di Siena per violenza sessuale di gruppo in relazione agli abusi a una ragazza in un appartamento del centro storico. Il fatto avvenne la notte fra il 30 e il 31 maggio 2021. Condannato alla stessa pena anche lo zio del calciatore. Entrambi avevano scelto il rito abbreviato. Il terzo indagato, che invece ha optato per il rito ordinario, è stato rinviato a giudizio alla fine dell'udienza preliminare. Manolo Portanova ha assistito di persona all'udienza, che si svolge a porte chiuse, accanto ai suoi difensori. Il gup Ilaria Cornetti ha accolto tutte le richieste dell'accusa, sostenuta dal pm Nicola Marini, contro Manolo Portanova. Oltre ai 6 anni di pena, il giudice lo ha condannato anche a una provvisionale di 100.000 euro a favore della ragazza di cui ha abusato, di altri 20.000 euro alla madre della stessa giovane e di ulteriori 10.000 euro all'associazione senese Donna chiama Donna costituitasi parte civile. "Che cosa devo dire? Sono innocente". Lo ha detto Manolo Portanova Manolo all'uscita del tribunale di Siena dopo la condanna a sei anni per violenza sessuale. Il giocatore del Genoa, difeso dall'avvocato Gabriele Bordoni, era accompagnato dal padre Daniele. Non ha voluto rilasciare altre dichiarazioni. "La mia assistita si è subito messa a piangere dalla gioia e mi ha detto che è felice che la giustizia abbia creduto in lei". Lo riferisce Jacopo Meini, avvocato difensore della 22enne vittima di violenza sessuale per cui è stato condannato a 6 anni di reclusione il calciatore del Genoa Manolo Portanova insieme allo zio Alessio Langella. "Ha voluto ringraziare immensamente tutto il team che ha lavorato per lei e che con lei ha sofferto. Mi ha detto 'Ho trovato una seconda famiglia che mi ha supportata e creduta fin dal primo istante'", ha aggiunto Meini. "Sono veramente contento per la ragazza perché la difficoltà di questo tipo di processi sono i tempi rapidi con cui devono essere fatte le indagini - ha concluso il legale di parte civile -, sia il pm sia la polizia sono stati rapidissimi nel sequestrare i telefoni e sentire i testimoni due volte".

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