Toscana

Famiglie vittime mostro di Firenze, 'riaprire indagini'

Legali: "C'è una nuova pista su un sospettato"

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Redazione Ansa

Riaprire le indagini sul cosiddetto mostro di Firenze, e seguire una nuova pista. A un anno e mezzo dall'archiviazione dell'ultima inchiesta al maniaco delle coppiette a cui sono stati attribuiti otto duplici delitti dal 1968 al 1985, i legali dei familiari di alcune delle vittime chiedono ai magistrati di Firenze di continuare a scavare. I parenti, sostenuti dai loro avvocati, hanno invitato la procura ad approfondire un nuovo filone emerso da accertamenti di parte, che porterebbe a un sospettato. Una persona che in passato era già finita nel mirino degli investigatori, a carico della quale adesso sarebbero emersi nuovi e più forti indizi.

L'istanza è stata presentata dai legali dei parenti di Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili, vittime dell'ultimo degli omicidi della lunga scia di sangue, avvenuto a Scopeti nel settembre 1985, e di Carmela De Nuccio, uccisa a Scandicci nel 1981. Contestualmente è stata depositata ai pm fiorentini anche una richiesta di accesso agli atti del procedimento a carico di Pietro Pacciani, già presentata lo scorso anno ma, spiegano gli avvocati, "inizialmente concessa e poi negata".

La richiesta di riapertura è relativa alle indagini archiviate nel novembre del 2020 nei confronti del legionario Giampiero Vigilanti, "basata su svariati elementi di interesse investigativo riguardanti questioni in materia balistica, genetica e testimoniale". Nelle istanze poi viene precisato dai legali, "si richiama espressamente l'attenzione su una pista riguardante un sospettato presente in un vecchio dossier dei carabinieri, mai approfondita e mai entrato nella famosa lista dei sospettati, un dna presente sulle buste anonime e sulla scena del crimine, una pistola Beretta calibro 22 sparita nel nulla e potenziali testimoni da sentire".

Le indagini sul mostro intanto non sarebbero mai state chiuse del tutto neppure dalla procura fiorentina, dove sarebbe ancora aperto un filone per un presunto depistaggio. 

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