(ANSA) - FIRENZE, 24 NOV - Durante il primo lockdown i dati
relativi ai Centri antiviolenza in Toscana hanno mostrato un
calo di nuovi contatti, a cui ha corrisposto un calo delle
denunce per maltrattamenti. Ad aumentare sono state, invece, le
chiamate al 1522 (numero nazionale anti violenza e stalking)
anche se, secondo i dati dei Centri, a queste non è corrisposto
poi un aumento sensibile dei nuovi contatti. E' quanto emerge
dal dodicesimo rapporto sulla violenza di genere in Toscana,
realizzato dall'Osservatorio regionale, che ha dedicato un focus
ai primi mesi dell'emergenza Coronavirus.
Tale quadro toscano, spiega il rapporto, è confermato anche
da un'indagine nazionale fatta dall'Istat sulle chiamate al
1522: dal 1 al 22 marzo si registra un calo delle denunce per
maltrattamento in famiglia del 43,6% (e dell'83,3% le denunce
per omicidi femminili da parte del partner), ma dall'altro,
considerando anche le prime settimane di aprile, un sensibile
aumento delle chiamate (+73% sul 2019), verificatosi soprattutto
dopo il 22 marzo. La quasi totalità delle chiamate si riferisce
a casi di violenza in ambito domestico. Tornando alla Toscana,
il numero di donne che si è rivolto a un centro antiviolenza nei
primi cinque mesi del 2020 non si discosta di molto dall'anno
precedente: 2.551 da gennaio a maggio 2019, 2.511 quelle del
2020. Il mese con il minor numero di donne che si sono rivolte
ad un Centro antiviolenza è marzo, con 283 donne. Durante il
periodo del lockdown, precisa il rapporto, nessun centro
antiviolenza della Toscana ha interrotto i propri servizi e sono
stati introdotti colloqui telefonici, videochiamate e l'uso di
canali social. Per quanto riguarda le case rifugio, le donne
ospitate nei primi cinque mesi del 2020 è leggermente inferiore
a quello del 2019: si è passati da 35 a 30 donne accolte, di cui
10 nel mese di gennaio. (ANSA).
Violenza donne: Toscana; in lockdown più chiamate e meno denunce
Dodicesimo rapporto osservatorio Toscana con dati Istat