Toscana

Bandiera neonazista: ultima 'grana' per i carabinieri in Toscana

2017 annus horribilis, accuse violenze Lunigiana e abusi ragazze

Il fermo immagine tratto da un video di "Il sito di Firenze" pubblicato su Youtube mostra la bandiera utilizzata in tutta Europa da gruppi neonazisti in una camerata della caserma del VI battaglione carabinieri Toscana

Redazione Ansa

Dalle accuse di botte e insulti a immigrati in Lunigiana a quelle di violenza sessuale nei confronti di due ragazze Usa a Firenze, fino al caso della bandiera del Secondo Reich, ora spesso usata nelle manifestazioni neonaziste, appesa in una camerata: il 2017 sembra essere davvero l'annus horribilis per i carabinieri in Toscana, dove anche il comandante che ha appena lasciato la guida regionale dell'Arma per assumere quella dei carabinieri del Ministero degli Esteri, il generale Emanuele Saltalamacchia, è indagato per rivelazione di segreto nell'ambito dell'inchiesta Consip insieme al comandante generale Tullio Del Sette.
    La bandiera del Secondo Reich è apparsa, visibile dalla strada, appesa in una camerata della caserma Baldissera, dove ha sede il 6/o Battaglione dei carabinieri e dove si trovano proprio gli uffici del comando regionale: le polemiche suscitate sono solo le ultime in questo anno difficile, durante il quale inchieste giudiziarie hanno visto dei militari dell'Arma coinvolti in Toscana. In Lunigiana sono 37 i carabinieri indagati dalla procura di Massa e Carrara per presunti abusi ai danni di extracomunitari avvenuti nelle caserme di Aulla e Licciana Nardi. Brigadieri, marescialli, appuntati, ma tra loro, accusati di favoreggiamento, ci sono anche il tenente colonnello Valerio Liberatori, già comandante provinciale di Massa Carrara, e il comandante della compagnia di Pontremoli, Saverio Cappelluti. Nelle carte della Procura si parla di atti intimidatori e vessatori. Non solo minacce: ci sarebbero anche lesioni e contusioni per aver sbattuto la testa di un extracomunitario contro il citofono della caserma; colpi di manganello sulle mani; scariche elettriche con uno storditore per costringere uno spacciatore a rivelare dove tenesse la droga. Ma la vicenda che ha avuto maggiore clamore resta quella dei due carabinieri Pietro Costa e Marco Camuffo, subito sospesi dal servizio, accusati dalla procura di Firenze di aver abusato due ragazze statunitensi dopo averle accompagnate a casa, con l'auto di servizio, da una discoteca dove erano intervenuti per un alterco. E sempre nel 2017 è giunta a ottobre la sentenza d'appello per la morte di Riccardo Magherini, il giovane deceduto nella notte tra il 2 ed il 3 marzo 2014 in strada a Firenze, in preda a una crisi da alcol e cocaina, durante un intervento dei carabinieri: per tre di loro, Vincenzo Corni, Stefano Castellano e Agostino della Porta, confermate le condanne per omicidio colposo con pene tra i 7 e gli 8 mesi.
   

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