Toscana

Cc Firenze: oltre 12 ore interrogatori ragazze

Finito incidente probatorio nell'aula bunker. Accuse confermate, le due studentesse americane hanno pianto

L'esterno della discoteca, Firenze, 9 settembre 2017

Redazione Ansa

Dodici ore e mezzo la durata-record dell'incidente probatorio all'aula bunker di Firenze sul caso della denuncia di due carabinieri per violenza sessuale contro due studentesse americane il 7 settembre scorso in città. Sono state sentite le due ragazze dal Gip Mario Profeta in lunghe deposizioni durate rispettivamente circa 7 ore la prima e cinque ore e mezzo la seconda. All'uscita dell'aula gli avvocati hanno sottolineato che sono state fatte solo brevi pause per necessità personali. L'incidente probatorio è cominciato stamani alle 10 e si è concluso intorno alle 22.30.

Legali ragazze, accuse confermate, hanno pianto  - Le due ragazze americane che il 7 settembre scorso hanno denunciato di aver subito violenza sessuale da parte di due carabinieri del 112 hanno confermato all'incidente probatorio i loro racconti nonostante le numerose domande che i difensori dei due militari avevano chiesto di fare al giudice nella forma della modalità protetta con cui sono state sentite. Lo hanno evidenziato gli avvocati delle due studentesse, Gabriele Zanobini e Francesca D'Alessandro, parlando con i giornalisti all'uscita dall'aula bunker. I due legali hanno riferito che ci sono stati "momenti drammatici e di sofferenza" durante le due deposizioni. Una ragazza, la ventunenne, "è scoppiata in lacrime - ha riferito il suo avvocato Francesca D'Alessandro - quando le è stato chiesto di ricordare il momento dello stupro. Ne ha parlato con molta sofferenza, è stato un pianto liberatorio, il superamento di uno scoglio, ora può affrontare meglio il suo percorso di riabilitazione".

Difensore, non chiediamo scusa, sono stati fessi - I due carabinieri accusati di violenza sessuale a due studentesse americane a Firenze "non hanno da chiedere scusa. Non devono chiedere nessuna scusa alle ragazze, semmai siamo noi quelli amareggiati". Lo ha detto il difensore del carabiniere scelto Pietro Costa, avvocato Giorgio Carta, dopo l'incidente probatorio in cui sono state acquisite le testimonianze delle vittime dal gip Mario Profeta. Il legale lo ha detto ribadendo la linea della difesa, per cui i rapporti sessuali furono consenzienti. "Eventualmente sono stati fessi - ha aggiunto - a metterle nella macchina di servizio per accompagnarle a casa. L'avvocato Carta si è detto "sicuro dell'innocenza del mio assistito", il carabiniere Costa, che è stato tutto il giorno presente nell'aula bunker durante gli intererrogatori delle ragazze che lo accusano. "Costa - ha ancora detto il suo difensore - ha fatto pochi commenti ma di chi non ritiene vere le affermazioni delle due americane". "Ora lui è sconvolto, faremo il possibile per accertare la verità". Il difensore ha anche detto di avere apprezzato il modo in cui "il giudice Profeta ha gestito gli interrogatori" anche se "un terzo delle 260 domande che ho proposto non sono state fatte", "comunque siamo soddisfatti, questa è solo una fase del processo".

   

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