Cronaca

Italia '70, 10 anni di piombo - I funerali delle vittime di Piazza Fontana

Il terribile periodo che ha sconvolto il Paese dal 1969 al 1980

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Redazione Ansa

“Seppelliremo la democrazia sotto una montagna di morti”: è la terribile promessa che il terrorismo italiano ha provato a mantenere. È la fine del 1969 quando, in un paese in fermento tra proteste di studenti e operai e forti spinte al cambiamento sociale, la strategia della tensione sale in Italia ad una velocità impressionante, aprendo un decennio di violenza inaudita che inizia con la strage di Piazza Fontana a Milano e si chiude idealmente con l’esplosione della bomba alla stazione di Bologna, il 2 agosto 1980, sebbene la stagione di sangue continuerà anche successivamente. A quella fase storica che ha lasciato una scia di 428 morti e 2000 feriti, al pari di una guerra civile, History (in esclusiva su Sky al canale 407) dedica una programmazione speciale intitolata L’Italia di piombo che inizia l’8 maggio alle 21.00 con lo speciale Italia ’70 – 10 anni di piombo.

Lo speciale in prima visione inizia con la strage di Piazza Fontana e si conclude col sequestro Moro, e dà voce a chi visse quei tragici eventi in presa diretta: a Fortunato Zinni, sopravvissuto alla bomba alla Banca Nazionale dell’Agricoltura a Milano, e Manlio Milani, che nello scoppio della bomba di Piazza della Loggia a Brescia ha perso la moglie; alla stampa, duramente colpita in quegli anni, con la testimonianza di Ezio Mauro e il suo ricordo dell’omicidio del vice direttore de La Stampa, Carlo Casalegno, e dell’attentato al direttore del TG1 Emilio Rossi e Indro Montanelli, entrambi gambizzati nel 1977; a Franco Bonisoli, che ripercorre con amara lucidità i fatti che lo videro, prima, partecipe delle lotte studentesche e operaie e, poi, brigatista rosso e tra i colpevoli del sequestro e dell’omicidio di Aldo Moro, decidendo alla fine, dopo essere stato condannato all’ergastolo, di dissociarsi dalla lotta armata. Un racconto serrato, che lega fatti e circostanze col filo rosso della forte partecipazione, civile e umana, che fece sì che l’Italia democratica reggesse all’urto di quella violenza.


Il documentario, che si avvale della ricostruzione storica di Alberto Guasco e Aldo Giannuli, è una produzione Officina della Comunicazione insieme all’Ufficio scolastico Regione Lombardia e all’Istituto di istruzione superiore Olivelli Putelli. La regia è di Omar Pesenti, che firma anche la sceneggiatura insieme a Michele Danesi e Massimo Vavassori. La fotografia è di Marco Malizia. I produttori sono Nicola Salvi e Elisabetta Sola.

Venerdì 15 maggio alle 21.00 va in onda in anteprima La strage di Bologna, produzione olandese che ricostruisce la dinamica del drammatico evento, le indagini e le fasi processuali, il ruolo ricoperto dall’estremismo neofascista e l’attività di depistaggio svolta da alcuni apparati dello Stato italiano. Tra le testimonianze più forti quelle dei sopravvissuti all’esplosione della bomba e dei parenti delle vittime, come Alessandro Viglietti e Paolo Bolognesi (Presidente dell’associazione tra i familiari delle vittime della strage), dei magistrati, tra cui Libero Mancuso, e di alcuni terroristi neri, come Valerio Fioravanti, condannato per l’attentato, e Vincenzo Vinciguerra.

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