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Basket: Kanter pro-Tibet "Xi Jinping un brutale dittatore"

Redazione Ansa

(ANSA) - NEW YORK, 21 OTT - Il giocatore turco dei Boston Celtics, Enes Kanter, ha postato un messaggio sui social, rivolgendosi direttamente al presidente cinese Xi Jinping definito un "brutale dittatore" e sostenendo l'autodeterminazione del Tibet. "Caro, brutale dittatore XI JINPING e il Governo cinese. Il Tibet appartiene ai tibetani! Sostengo i miei fratelli e sorelle tibetani e sostengo le loro richieste di libertà", ha scritto Enes Kanter, su Twitter e Facebook. Il suo messaggio è accompagnato da una foto di scarpe adornate con iconografia tibetana e lo slogan 'Free Tibet', indossate durante la prima partita della stagione 2021/22 contro i New York Knicks al Madison Square Garden. Il 29enne pivot gioca da molti anni nella Nba: ha indossato in particolare i colori degli Utah Jazz, degli Oklahoma Thunder o dei Knicks. In un video di 3', pubblicato anche sui social media, Kanter, indossando una t-shirt del Dalai Lama, critica la stretta soffocante della Cina sul Tibet. Presunto sostenitore del movimento gulenista, accusato da Ankara di avere orchestrato il fallito colpo di stato contro il presidente Recep Tayyip Erdogan nel luglio 2016, ha più volte affermato di avere evitato per anni ogni contatto con i membri della propria famiglia in Turchia per paura di esporli a rappresaglie dalle autorità. Suo padre, Mehmet Kanter, accademico accusato di appartenere a questo movimento fondato dal predicatore Fethullah Gülen e considerato da Ankara un terrorista, era stato assolto nel giugno 2020 da un tribunale turco dopo aver negato ogni legame con questo movimento. Il Tibet ha alternato nei secoli periodi di indipendenza e di controllo da parte della Cina, che sostiene di avere "pacificamente liberato", durante un intervento militare nel 1951, questo vasto territorio posto su un aspro altopiano. Ma gli attivisti per i diritti umani e gli esuli tibetani affermano che il Governo centrale cinese pratica la repressione religiosa, la tortura, la sterilizzazione forzata e l'erosione culturale attraverso la rieducazione forzata. (ANSA).
   

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