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Cristiano Ronaldo, il fuoriclasse mai sazio

Cinque Champions e cinque Palloni d'Oro e un futuro tornato d'attualita'

Redazione Ansa

 Issandosi lassu', vicino al cielo, quella sera del 3 aprile allo Juventus Stadium, Cristiano Ronaldo ha messo per una volta forse tutti d'accordo. Piu' che la rovesciata, che entrera' di diritto nei libri di storia del calcio, l'asso portoghese si e' preso anche l'applauso spontaneo arrivatogli dai tifosi avversari. Dopo quell'acrobatica rovesciata, a Kiev e' arrivata anche la sua 5/a Champions e tante altre giocate d'autore. Di questo fuoriclasse, nato a Funchal il 5 febbraio 1985, si e' ormai detto e scritto tutto. E' considerato, insieme a Messi, il calciatore piu' decisivo in assoluto dell'ultimo decennio, come anche i 5 Palloni d'Oro e la miriade di trofei e premi conquistati stanno li' a dimostrare. E' lui il padre-padrone del Portogallo e del Real Madrid, e' lui che ha trascinato i lusitani alla fase finale dei Mondiali in Brasile: prototipo dell' attaccante moderno, CR7 e' un giocatore fantasioso, agile, potente, veloce. Se in forma, marcarlo diventa praticamente impossibile.

Sa giocare per la squadra ed e' dotato di un tiro preciso e velenoso. Se e' vero che un giocatore non fa una squadra, CR7 rappresenta l'eccezione. Con lui, si dice, la sua squadra parte sempre dall'1-0 e, soprattutto, non e' tipo di giocatore da sparire quando la posta si alza e il gioco si fa duro. Se Pele' e Maradona sono stati il calcio, se Crujff l'ha cambiato, se Messi e' considerato da tutti la quintessenza del gioco piu' bello del mondo, l'unico in grado di competere con quei 'miti', negli ultimi anni anche C. Ronaldo si e' ripreso tutto: gloria, record, aggettivi e osanna dai quattro angoli del mondo. Dileggiato da Jose' Mourinho come la copia sbiadita di quello brasiliano, per il fuoriclasse portoghese c'e' stato pero' di recente anche l'endorsement di Gigi Buffon, non uno qualsiasi ("vale Maradona, Messi e Pele'"): parole che suonano finalmente come uno sdoganamento ufficiale per un calciatore che entra di diritto nell'Olimpo del calcio. Anche se ci sara' sempre chi - al di la' dei numeri e delle cifre pazzesche (120 gol in Champions) - gli preferira' la 'Pulce' per via di quel suo carattere spocchioso e arrogante, che pretende sempre il pallone tra i piedi e che si stizzisce quando i compagni sbagliano. Ma e' anche quello che invita Chantal Borgonovo alla finale di Parigi, quello che si concede al tifoso invasore per un selfie, proteggendolo dagli animosi steward, quello che nelle sfide piu' accese mostra sempre i muscoli cercando cosi' di spronare i compagni piu' timorosi. Oggi, a 33 anni compiuti, unico calciatore ad aver vinto nello stesso anno solare Champions, Europeo, Mondiale per club e Pallone d'oro, CR7 viene finalmente celebrato non tanto per quello che ha fatto ma per quello che e': "Un marziano". Capace di ribaltare le partite, vincerle da solo, mentre gia' pensa a quella che verra', perche' i grandissimi campioni hanno sempre bisogno di nuove sfide e altri stimoli, e CR7 - sta qui la sua forza - non e' mai sazio.

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