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PyeongChang: arriva la Corea del Nord, Russia caos doping

Al villaggio squadra di Pyongyang, pattinatrice e' superstar

Redazione Ansa

L'olimpiade invernale sudcoreana che 'rischia' di passare alla storia oltre che per la sfilata unita delle due temperature anche per le temperature polari con cui dovranno fare i conti tutti coloro coinvolti, a vario titolo, nell'evento. Tra loro ci saranno gli atleti russi che parteciperanno sotto bandiera neutra. Il Tas di Losanna ha accolto il ricorso di 28 di loro (i casi presi in esame sono stati 39) contro la squalifica da tutte le edizioni delle Olimpiadi comminata dal Cio dopo la pubblicazione del rapporto McLaren e in particolare il venire alla luce di quanto accaduto in fatto di doping in occasione della precedente edizione dei Giochi, quella di Sochi 2014. Così coloro i quali, fra i riabilitati, erano stati privati delle medaglie conquistate in quella occasione ora potranno riaverle e tutti.

Ma il Cio dice: faremo ricorso alla giustizia svizzera, contravvenendo alla sua gelosa difesa delle giurisdizioni sportive, e soprattutto precisa che non garantisce a quei 28 atleti l'invito ai Giochi. Come dire, non li ammetterà. Intanto hanno aperto i battenti i due villaggi olimpici, quello montano che porta il nome della città che ospita i Giochi, e quello costiero di Gangneung. Fra i primi atleti entrati nelle strutture c'è stato anche un contingente azzurro guidato dalla portabandiera Arianna Fontana. Su tutto però domina in queste ore l'arrivo in Corea del Sud degli atleti 'fratelli' del Nord, dieci atleti e 22 funzionari, a cui bisogna aggiungere le 12 giocatrici di hockey ghiaccio attualmente in ritiro. Alla fine tutta la delegazione sarà composta da 46 persone, nel frattempo ha ricevuto un'accoglienza trionfale, da vera star, la pattinatrice Ryom Tae-ok, che però non ha voluto fare dichiarazioni ai vari media accorsi per tentare d'incontrarla. Ha trovato comunque il modo di lamentarsi per il freddo e non sarà certo la sola.

Altri atleti, nello specifico sciatori, hanno invece fatto sapere di essere contrari alla creazione di una prova a squadre, ma si adatteranno: ad esprimere perplessità sono stati, fra gli altri, Ted Ligety, Marcel Hirscher, Mikaela Shiffrin e Henrik Kristoffersen. Quest'ultimo è una delle punte di diamante della nazionale norvegese, i 'Vikings', a proposito dei quali im Norvegia e' nata una polemica: sul maglione della loro divisa sono disegnate le rune vichinghe che rappresentano forza, amore, fratellanza e spirito competitivo, ma formazioni neonaziste locali si sono 'appropriate' di quei simboli. "I neonazisti hanno marciato con le bandiere norvegesi - ha detto al New York Times Hilde Midthjell, ceo del marchio 'Dale of Norway' -. Questo non significa che smetteremo di usarle".

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